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venerdì 6 marzo 2020

La fede, un cammino che viene dall'ascolto non dalla visione


2a domenica di Quaresima (A)
Genesi 12,1-4a • Salmo 32 • 2 Timoteo 1,8b-10 • Matteo 17,1-9
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Appunti per l'omelia

Nella prima domenica di Quaresima abbiamo meditato sull'abbassamento del Figlio fino alla prova della fede, oggi contempliamo l'evento glorioso della trasfigurazione, in cui la voce del Padre rivela Gesù come Figlio amato. La liturgia ci invita quindi ad entrare e a percorrere, con Gesù, il cammino verso la Pasqua. La Quaresima è un momento forte di questa vita con Cristo: dal deserto dove abbiamo la tentazione e la lotta di Cristo, al monte della trasfigurazione. Gesù passa attraverso la sofferenza e la morte per essere glorificato.
Sei giorni prima - scrive Matteo - Gesù aveva detto che doveva soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venir ucciso e risorgere il terzo giorno. Poi aveva aggiunto: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Come per gli apostoli, così anche per noi, è difficile capire questa croce che dà la salvezza. Occorre tutta una paziente e lunga educazione. Per questo il Signore non solo si limita a dare l'annuncio della sua gloriosa passione, ma introduce gli apostoli e anche noi, mediante la celebrazione liturgica, nella esperienza viva del contatto con il mistero della sua persona. La trasfigurazione infatti è una esperienza pasquale anticipata per aiutare i discepoli ad accettare con una visione di fede lo scandalo della croce. Attraverso questo evento, Gesù «indicò agli apostoli che solo attraverso la passione, possiamo giungere a lui, al trionfo della risurrezione» (cf. Prefazio).
L'eucaristia è il momento nel quale l'assemblea dei discepoli rende grazie al Padre per averci introdotto nell'intelligenza vitale del mistero della trasfigurazione di Cristo, e nello stesso tempo è il momento nel quale questo mistero opera in noi una profonda trasformazione, ravvivando la grazia del battesimo. Il contatto con il corpo glorificato del Signore nell'eucaristia alla quale partecipiamo è il pegno che anche il nostro corpo di miseria sarà trasfigurato e reso conforme al suo corpo di gloria. Oggi si compie, dunque, un'altra tappa del nostro cammino Quaresimale verso la Pasqua. È un cammino di purificazione e di ascesi. Non si giunge alla gloria del mattino pasquale senza condividere la passione del Signore morendo all'egoismo, fonte dei nostri peccati.

Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo». L'imperativo del Padre ai fedeli è che diano ascolto totale al Figlio: è la rivelazione permanente che lo Spirito del Padre dona anche «oggi qui» per l'eccesso sovrabbondante della misericordia divina. E «oggi qui» noi ascoltiamo il Signore nella mensa della Parola e lo incontriamo nel banchetto eucaristico. Solo così saremo «figli del Padre», i «diletti del Padre», l'oggetto del compiacimento del Padre.
Ma per ascoltare la voce del Padre occorre entrare in una nube luminosa, che è un paradosso. Significa che Gesù rivela la sua gloria proprio nel momento più oscuro: la croce. Lì, dove sembrano vincere le tenebre, Gesù inonda il mondo di luce. Lui, il Servo sofferente, colui che non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi... proprio lui, è l'uomo nella sua bellezza più piena, perché è amato e sa amare; sentendosi amato è capace di amare sino alla fine. E il Padre ne dà la conferma: quest'uomo è proprio il Figlio amato. In lui il Padre ha posto il suo compiacimento. Sono le stesse identiche parole del battesimo. Ma rispetto al battesimo c'è una parola in più: Ascoltatelo! È il punto cruciale di tutto l'episodio.
Noi infatti non possiamo vedere Dio. La fede è un cammino nell'ombra. Non viene dalla visione, ma dall'ascolto.
La nostra trasfigurazione avviene oggi attraverso l'ascolto, che ci fa diventare come il Figlio amato. La nostra trasfigurazione inizia quando cominciamo ad ascoltare Gesù e a obbedire alla sua voce.
Ascoltare Dio significa fargli spazio. Quest'accoglienza comporta un cambiamento, una conversione. Sappiamo che quando capiamo che dobbiamo cambiare, ci sentiamo turbati: sentire questa ambivalenza di gioia e timore è il segno che stiamo facendo un'esperienza umanamente e religiosamente autentica.
Ed allora ci poniamo la domanda seria: ma io sento il timore quando ascolto il Vangelo che mi invita a cambiare?

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il suo volto brillò come il sole (Mt 17,2)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Gesù fu trasfigurato davanti a loro (Mt 17,2) - (12/03/2017)
(vai al testo…)
 Signore, è bello per noi essere qui! (Mt 17,4) - (16/03/2014)
(vai al testo…)
 Signore, è bello per noi essere qui! (Mt 17,4) - (20/03/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Un Dio che in Gesù fa risplendere tutta la nostra vita (10/03/2017)
  La Parola che ci trasfigura (14/03/2014)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2020)
  di Cettina Militello (VP 2.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 2.2014)
  di Marinella Perroni (VP 2.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

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