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venerdì 26 luglio 2019

Un padre per Dio


17a domenica del Tempo ordinario (C)
Genesi 18,20-32 • Salmo 137 • Colossesi 2,12-14 • Luca 11,1-13
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Quando pregate, dite: «Padre»
Gesù ci chiama e ci fa entrare nella comunione tra Lui e il Padre. Noi possiamo pregare perché Lui prega il Padre: come potremmo dire "Padre" se non in e con Lui? Per dire "padre" occorre che qualcuno mi chiami "figlio". Il Padre è il padre di Gesù e Gesù ce ne partecipa la paternità, rendendoci partecipi della sua figliolanza.
Pregare è uscire dalle apparenze e vivere in modo cosciente ciò che siamo, cioè "figli di Dio". La preghiera ci chiede di stare come Gesù davanti al Padre: sentirci guardati e amati come Gesù dal Padre e renderci disponibili come Gesù alla "volontà" del Padre. Una volontà che, come Gesù ci invita a dire nel Padre nostro, non è una "invenzione" di Dio a cui adeguarci, ma è il suo disegno d'amore che, completo in cielo, inizia a realizzarsi già sulla terra.
Pregare significa allenarci a dire: «So che Tu sei qui, mi guardi e mi vuoi bene. E io mi affido a Te, Tu sai meglio di me che cosa mi serve e sono pronto a far mio il tuo disegno».
Un momento tutto particolare in cui acquista risalto il "nostro" è l'Eucaristia, momento comunitario per eccellenza: la "preghiera eucaristica" è rivolta al Padre per mezzo di Gesù, ringraziandolo per la "grande opera" di liberazione e di salvezza compiuta nel "mistero pasquale".
Dovremmo spesso ripetere: «Padre (Abbà=Papà) mi abbandono a te, fammi conoscere il tuo disegno».

Darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono
Gesù ci invita a chiedere l'unica "cosa buona": lo Spirito Santo. Solo con lo Spirito entriamo nei "pensieri" del Padre e riusciamo a far nostri i suoi progetti.
Chiediamo di lasciarci illuminare dalla sua Parola, di portare tutti a riconoscerlo come Padre, di vivere da fratelli, condividendo "il nostro pane quotidiano", di entrare nella logica del Suo perdono, di saper intravedere il Suo amore anche nella prova.
Quando preghiamo, non chiediamo tanto a Dio di cambiare le situazioni in cui viviamo, ma di capire come vivere le situazioni stesse da figli, sullo stile di Gesù.
E allora, la nostra preghiera parte dai nostri bisogni o è risposta alla Parola di Dio? E sappiamo chiedere di vivere da figli, come Gesù, anche i momenti meno facili e meno immediatamente comprensibili?

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chiedete e vi sarà dato (Lc 11,9)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Quando pregate dite: Padre (Lc 11,2) - (24/07/2016)
(vai al testo)
 Signore, insegnaci a pregare (Lc 11,1) - (28/07/2013)
( vai al testo…)
 Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano (Lc 11,3) - (23/07/2010)
(vai al post "La risposta del Padre")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Pregare è riattaccarsi alla vita (22/07/2016)
  Signore, insegnaci a pregare… (26/07/2013)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2019)
  di Luigi Vari (VP 6.2016)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Claudio Arletti (VP 6.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: "Insegnaci a pregare", Bernadette Lopez)

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