Riporto dal numero 7 (Luglio 2019) della rivista Vita Pastorale l'articolo riguardante il prossimo Convegno nazionale della Comunità del diaconato in Italia, che si svolgerà a Vicenza dal 31 luglio al 3 agosto prossimo. Tema dell'incontro: Diaconato, periferie e missione.
La mensa del corpo di Cristo e quella dei poveri
Come congiungere, nella vita, servizio liturgico e impegno caritativo, eucaristia e "ultimi".
È una missione per testimoniare il Vangelo in una società segnata da separazioni e contraddizioni.
di Enzo Petrolino,
presidente Comunità del Diaconato in Italia
«A voi [sacerdoti] associamo nel nostro ricordo e nella nostra preghiera quanti faticano a servizio del santo Vangelo e dei poveri, cominciando dai diaconi, eletti dispensatori della carità». Così i vescovi italiani concludono il documento Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno. Tra le tematiche del Convegno nazionale che la Comunità del diaconato terrà a Vicenza, dal 31 luglio al 3 agosto prossimo, segnaliamo due aspetti che riaffermano, ancora una volta, il ruolo e il servizio che i diaconi sono chiamati a realizzare nella Chiesa. Un ministero, quello diaconale, che riassume in sé l'infaticabile passione per il Vangelo e per i poveri, e la convergenza tra "santità" e "diaconia" . In altre parole, la condivisione ecclesiale del servizio e l'amore spirituale e concreto del prossimo. Vogliamo sviluppare il rapporto di reciprocità e lo stretto legame che esiste tra il ruolo del diaconato e la missione globale della Chiesa, mettendo in risalto che la presenza del diaconato può favorire un cammino ecclesiale più vivace e fecondo, e dare i suoi frutti migliori in progetti pastorali improntati alla corresponsabilità.
Ecco perché i diaconi, per servire il Vangelo e i poveri, devono "uscire dal tempio" e diventare uomini delle periferie, per farsi buon Samaritano, compagni di viaggio di chi è tormentato dall'insicurezza del futuro, dalla difficoltà a trovare lavoro, dalla paura di perderlo, dall'arroganza della minaccia mafiosa.
Diaconato, periferie e missione è il tema del Convegno. È questa una forte provocazione per evitare che il diacono si chiuda nel recinto del sacro, in forme intimistico-devozionali ed esaurisca il suo servizio nel gruppo ristretto degli affini, ma al contrario si faccia ministro di una Chiesa che è chiamata a trovarsi "fuori" di sé stessa. I diaconi sono chiamati a congiungere nelle loro vite servizio liturgico e impegno caritativo, eucaristia e diaconia dei poveri, in un'esistenza cristiana unificata, tesa a rivelare al mondo e ai poveri il volto misericordioso di Dio. La Chiesa, mettendo i poveri al centro del suo orizzonte spirituale ha riscoperto il senso della diaconia sacramentale.
E proprio questa conversione verso i poveri ha consentito di ricollocare i diaconi nel giusto contesto ecclesiale e ministeriale, vedendoli non più come gradino di passaggio verso gli altri gradi dell'ordine, ma come segno profetico ed escatologico che collega la mensa del corpo di Cristo alla mensa dei poveri, l'eucaristia alla carità. Quest'assimilazione sacramentale a Cristo si compie nella realtà di una determinata Chiesa locale. In assenza di questo respiro ecclesiale, le opere di carità rischiano di ridursi a espedienti organizzativi per lenire i bisogni materiali dei poveri.
Senza crescita ecclesiale, il servizio dei diaconi rischia d'essere frainteso e diventare una sorta di impegno su commissione, destinato a risolvere i bisogni contingenti e i problemi occasionali e logistici delle singole Chiese. La testimonianza del servizio diaconale, invece, è chiamata a essere il segno storico dell'operato salvifico di Dio. Si tratta, dunque, di una missione per testimoniare il Vangelo in una società segnata da separazioni e contraddizioni, come profezia e, insieme, come impegno concreto. La questione per i diaconi è quella d'essere segno visibile della diaconia di Cristo e della Chiesa, custodi del servizio.
Un antico testo siro pone tutto il ventaglio di possibilità, quasi illimitate, del servizio del diacono, spaziando dalla scoperta e sepoltura del corpo di un immigrato, alla testimonianza sulla fedeltà e onestà di una donna violentata. Una diaconia incarnata tra le innumerevoli pieghe del vissuto umano, là dove più forte è il bisogno di aiuto, solidarietà e riscatto. I mutamenti storici nella società e nella Chiesa ci devono spingere a maturare un profilo diaconale nuovo, in un tessuto sociale come quello odierno, troppo spesso dominato dall'interesse e lacerato dal compromesso e dalla prevaricazione. È qui che il diacono è chiamato alla santità, testimoniando lo spirito delle Beatitudini, di cui Francesco scrive nella Gaudete et exsultate. Bisogna "osare il coraggio della speranza", che ci conferma nella scelta di vivere a servizio del Vangelo e dei poveri, e sempre più a conformarci a Cristo Servo, per essere - nella Chiesa e nel mondo - gli eletti dispensatori della carità.
(Nella foto: Enzo Petrolino)
Vedi anche Programma e Dépliant del Convegno
Nessun commento:
Posta un commento