"Rilettura", alla fine del mese, della Parola di Vita di luglio.
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
È necessario avere un cuore grande per amare. "Abbiamo bisogno di dilatare il cuore sulla misura del cuore di Gesù. Si tratta di amare ognuno che ci viene accanto come Dio lo ama" (Chiara Lubich). La dimensione del cuore è misurata dalla generosità e dalla misericordia verso tutti. Avere un cuore grande è poter amare tutti senza distinzione; è avere un amore estremo che si lascia anche morire per far vivere l'altro; è avere un cuore simile a quello di Gesù che, sulla croce, ha dato la vita per noi.
Occorre allora testimoniare con la nostra vita l'amore di Dio. Tutto il nostro comportamento dovrebbe rendere credibile questa verità che annunciamo. Motivati dall'immenso desiderio di amare Dio, mettiamo amore in tutto ciò che facciamo, in ogni parola che diciamo, in ogni pensiero, in ogni preghiera. Attraverso di noi l'amore di Dio arriva ai confini della terra, raggiunge ogni persona, ogni creatura. Dio, guardandoci dal Cielo e notando come il suo amore si diffonde intorno a noi, vedrà che tutto è molto buono e rinnoverà il volto della terra.
Spinti da questo amore, cerchiamo di andare incontro ai bisogni del fratello con creatività, cercando Gesù negli uomini e nelle donne prigionieri del dolore e della solitudine. Ci comportiamo come Gesù che ha incontrato personalmente una umanità smarrita e sofferente e ne ha avuto compassione. Per questo desidera moltiplicare attraverso (di noi) la sua opera di salvezza, di guarigione, di liberazione.
Quando qualcuno ci chiede aiuto o quando ci accorgiamo che qualcuno ha bisogno del nostro aiuto, dobbiamo andargli incontro. Quando agiamo così, con l'intenzione di amare, la creatività dello Spirito Santo ci accompagna.
Inoltre, vivendo la Parola, scopriamo che c'è più gioia nel dare che nel ricevere. E quando il dare è reciproco, genera comunione, unità, fraternità. Quando più persone vivono questo dono reciproco, si crea una nuova mentalità, una nuova cultura: la cultura del dare. E non è la quantità dei beni che posseggo che conta, conta davvero vivere la cultura del dare e, nel poco o nel tanto, contribuisco alla fraternità. Lungo tutto il Vangelo Gesù invita a dare: dare ai poveri, a chi domanda…; dare da mangiare a chi ha fame, il mantello a chi chiede la tunica; dare gratuitamente. Lui stesso ha dato per primo: la salute agli ammalati, il perdono ai peccatori, la vita a tutti noi. All'istinto egoista di accaparrare oppone la generosità; all'accentramento sui propri bisogni, l'attenzione all'altro; alla cultura del possesso quella del dare.
Un programma di vita: Vuoi aiutare molta gente? Dai tutto ciò che ti avanza. Vuoi vivere in comunione con gli altri? Condividi tutto ciò che hai. Vuoi costruire il Regno di Dio qui sulla terra? Gestisci tutto ciò che hai per questo scopo. Vuoi un futuro felice e un'eredità garantita? Staccati da quello che hai e accumula tesori nel Cielo. Allora, posso dare tutto, perché a Dio non si dà nulla a metà. E la sua Provvidenza, che conosce tutti i miei bisogni, a tutto penserà! Già fin da adesso posso dare la vita per ogni persona che incontrerò, dedicando il mio tempo e il mio amore. E alla fine della giornata sentirò nel mio cuore la pienezza della vita vera. Ma occorre essere liberi da ogni attaccamento!
C'è un mondo del bene che non è diffuso dai mezzi di comunicazione ma che si dissemina da cuore a cuore. Partecipare a questo mondo nuovo e affascinante è una decisione personale. Possiamo perciò iniziare una rivoluzione dentro e fuori di noi se cominciamo a scoprire i bisogni degli altri: avere cura, dare attenzione, fare in modo che l'altro esista dentro di noi. Tutto può trasformarsi in servizio attento e premuroso. L'amore ci darà occhi nuovi per intuire ciò di cui gli altri hanno bisogno e per venire loro incontro con creatività e generosità.
L'amore di Dio deve passare attraverso di me per raggiungere tutti. Devo essere un canale totalmente libero dall'egoismo e dal peccato, un canale che irriga con amore puro e genuino tutti gli ambienti in cui vivo. Devo lasciar passare attraverso di me l'amore che è l'essenza stessa di Dio, che è il suo essere; lasciar passare la sua luce per aiutare le persone nelle loro scelte. Essere un canale per distribuire tutti i doni ricevuti gratuitamente da Dio. Così, i doni circoleranno, perché l'amore chiama amore. La gioia si moltiplicherà perché c'è più gioia nel dare che nel ricevere.
Ne consegue che ciò che ho in più appartiene a chi non ha. Questo è un principio che ci aiuta a vivere la comunione fraterna, che ci sensibilizza a vedere i bisogni degli altri. La piena realizzazione della comunione si ha quando abbiamo un distacco totale dai beni e mettiamo in comune non solo il superfluo, ma tutto ciò che abbiamo; sapendo bene che a base della comunione fraterna c'è una decisione libera e spontanea, frutto dell'amore a Dio e al prossimo. Quando viviamo nell'amore reciproco, la comunione diventa la normalità della nostra vita, insieme alla fede nella Provvidenza.
La logica di Gesù e del vangelo è sempre ricevere per condividere, mai accumulare per se stessi. È un invito a riconoscere ciò che abbiamo ricevuto: energie, talenti, capacità, beni materiali, e metterli a servizio degli altri.
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