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venerdì 23 luglio 2010

La risposta del Padre

25 luglio 2010 – 17a domenica del Tempo Ordinario (C)

Parola da vivere

Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano (Lc 11,3)


Oggi al centro della Parola liturgica troviamo la preghiera, il dialogo con Dio. La preghiera insegnata da Gesù unisce insieme Dio e uomo. Non riduce Dio a risposta esauriente delle insufficienze umane; e non riduce l'uomo a colui che fa, mosso da fili invisibili. La vita del discepolo, che si pone in ascolto del Signore, trova nella preghiera insegnata da Gesù il modello del suo dialogo con il Padre. Per entrare in questo dialogo è necessaria una grande fiducia in Dio, dal quale sappiamo di essere infinitamente amati. Se chiediamo, Lui dona; se cerchiamo, Lui si fa trovare; se bussiamo, Lui ci apre. Perché è un Padre pieno di amore. Mi aspetta, mi è vicino, è attento alle mie necessità e sempre mi accoglie. Un Padre anzitutto è impegnato nel provvedere al sostentamento dei propri figli. Per Luca, l'evangelista, questo avviene "ogni giorno". Sappiamo però che anche ai nostri giorni tanti, certamente troppi, nostri fratelli "oggi" non avranno di che nutrirsi. Allora questa invocazione del Padre nostro è un invito a fare bene la nostra parte di fratelli perché a nessuno abbia a mancare il pane quotidiano.
La preghiera non deve essere considerata un mezzo per fare pressione su Dio e ottenere che egli ceda dinanzi ai desideri umani. Solo la preghiera che ci apre all'azione dello Spirito è autentica. Per questo quando chiediamo il pane non significa forzare la mano di Dio, ma riconoscere Lui come sorgente della nostra vita. Ed è pane "nostro": dono di un Padre ai figli condiviso tra fratelli.


Testimonianza di Parola vissuta


Stavo mettendo da parte piano piano dei soldi per un vestito che mi piaceva tanto, ed avevamo allora i soldi contati.
Un giorno venne a trovarmi un'amica che era in grosse difficoltà economiche e mi chiedeva aiuto.
Quella somma accantonata chiedeva un utilizzo immediato, e così, non senza difficoltà, gliela offersi vedendo allontanarsi definitivamente il vestito.
Il giorno seguente una zia mi portò un regalo inaspettato: un suo vestito, quasi nuovo, bellissimo, che mi stava a meraviglia. Mi sono commossa per questa risposta della provvidenza.

(A.C., Italia)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)
(vedi Commento alla Parola di Claudio Arletti)



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