Subito dopo Pasqua io e il Parroco ci inoltriamo per la benedizione delle famiglie. Un’azione pastorale che ci fa incontrare le circa 6.000 persone della nostra parrocchia.
Mi dispongo con l'anima in modo che ogni persona che incontro sia un Gesù da amare; così inizia questo mio servizio, sapendo che con ognuno che incontro posso rinnovare il rapporto o farne nascere uno nuovo.
Le persone che avvicino sono parte di una popolazione che già ha sofferto parecchio e che non avendo una casa ed avendo un basso reddito è stata ammessa nelle case popolari. Qui nelle IACP si ritrovano sia quelli offesi per mafia, sia quelli che hanno offeso per mafia. Comunque un popolo in cerca... in cerca di Dio, sia gli uni, sia gli altri.
E così che bussando ad una porta mi risponde una signora con sette figli: mi spiega che due sono del primo marito, ammazzato per omonimia, gli altri sono nati dall'attuale convivente (qui non ci si sposa di nuovo per paura e allora si convive fino a quando...). Le leggi sull'onore si rispettano, ma come? Con la paura e la mortificazione. E poi ti chiedi: e la parità? quale? Il bisogno prevale su tutto, anche sull'etica, se ce n'è una. Questa signora ha una figlia di 20 anni, una splendida figlia che vuole uscire dal bunker dove si è cacciata per via di quel padre che non ha conosciuto. È molto arrabbiata, perché suo padre era un lavoratore e glielo hanno ammazzato, scambiato con un altro. Storie di mafia, ma qui diventa proprio storia sacra! Storia di una ventenne che crede, che ha incontrato un giorno Dio Amore e che adesso sta incominciando a fare la sua esperienza, iniziando proprio lì nella sua famiglia.
La madre racconta: “Mia figlia è quella che più di tutti ha pagato per questa esperienza di mio marito ammazzato e più di tutti è quella che soffre per il riscatto dei suoi fratelli. Cosa non farebbe per non far cadere nella trappola della mafia gli altri fratelli, e cosa non fa per aiutarli tutti! Tutto questo solo Dio lo sa”.
Fin qui il racconto, che continua con l'elencazione dei vari bisogni, che sono tanti. A pensarci veramente c'è ancora molta gente in mezzo a noi che soffre la "fame", e manca delle cose più elementari.
Davanti a tutto questo ho presente nell'anima una sola Persona, Gesù Crocifisso, che voglio incontrare per le strade di questo mondo, tentando di asciugare qualche lacrima e sapendo ciò che viene chiesto a me, diacono di questa parrocchia, che busso a quella porta, che passo per questa via, che accarezzo questa gente. Mi chiedo: "Non è forse questa la mia gente? Il popolo che Egli ama? Che Egli preferisce più degli altri? Non viene chiesto a me di credere a tutto questo? Qual è la mia fede? E se passasse Gesù per questa via, si sporcherebbe le mani?". A tutte queste domande non hai che un secondo per rispondere, non puoi perdere tempo. E così cerco di fare in modo che la carità trionfi sempre, quella carità che è al di sopra di tutto, quella carità che è Dio, quel Dio appeso non a due stuzzicadenti, ma a due travi... (e che travi!). Anche per me, incontrare queste persone è una sua continuazione, in questo luogo, in questo momento: non puoi scappare se sei cristiano... e io lo sono.
Un desiderio mi prende: seguirLo nelle vie del mio quartiere, in questo condominio e portare la Sua festa e l'accoglienza del Suo amore. Così un momento di dolore, di sconforto diventa un Suo momento, un momento di gioia. “Hai tramutato il mio lamento in danza!”. Alla scala dei bisogni si dà una priorità e pian piano si cerca di capire da dove iniziare.
La donna che ho di fronte intuisce che qui c'è il dito di Dio, che si è fermato a casa sua e gioisce insieme a me. Pian piano torna il sereno e la forza di continuare... È vita difficile, ma adesso esclama: “Con l'aiuto di Dio e della Parrocchia tutto sarà più facile, soprattutto continuare a sperare!”. Poi: "Cu ti mannau u Signori?".
Per me una sola considerazione: Tutto vince l'amore!
Sporcarsi le mani, essere il diacono del grembiule e della stola: prima del grembiule, poi di entrambi!
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sabato 10 maggio 2008
Rocco racconta (al di sopra di tutto...)
Al di sopra di tutto vi sia la Carità. Con questo titolo l'amico diacono Rocco racconta qualcosa della sua esperienza durante la visita alle famiglie della parrocchia (le altre esperienze sono raccolte nella rubrica "Rocco racconta").
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