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venerdì 29 gennaio 2010

Ciò che resta

31 gennaio 2010 – 4a domenica del Tempo ordinario (C)

Parola da vivere

La carità è benevola (1Cor 13,4)


I rapporti tra Gesù e i suoi concittadini sono difficili, incompatibili. Gli abitanti di Nazareth esigono da lui che "faccia" ciò che vogliono loro: "Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria". Cercano "segni", prodigi, riducendo così la FEDE a magia e ad economia. Gesù, allora, "esce" dal proprio paese, va "altrove", verso gli altri, i disperati, gli esclusi, i non aventi diritto, annunciando a tutti con forza e tenerezza la gioiosa notizia: "Dio Padre mio e vostro vi ama immensamente, fate così anche voi", "amatevi come io vi ho amato".
Anche Paolo nel famoso inno alla carità ci parla di un amore che va oltre: "la carità è benevola, tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta".
Senza la carità tutto ciò che abbiamo, che siamo e che facciamo non conta nulla: tutto il resto svanisce, viene meno.
L'amore non è un comandamento solo per i cristiani, ma per tutti. Se la carità è ciò che rimane, viviamo pertanto la regola d'oro: "Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso". E l'invito di Gandhi: "Non posso ferirti, senza ferirmi".
L'amore vissuto, quindi, ci fa vivere alla grande: mette l'anima in rapporto sponsale con Dio, ricolma di gioia il cuore, realizza la civiltà dell'amore.


Testimonianza di Parola vissuta


Finalmente abitiamo in un quartiere più comodo per il mio lavoro e per la scuola. Subito però nascono difficoltà con quelli della casa accanto. Avvertono rumori molesti provenienti dalla nostra casa. Diciamo loro che non è possibile, li invitiamo da noi, ma non ci credono. Iniziano a suonare il nostro campanello a ripetizione in ogni momento della giornata, e a gettare discredito su di noi parlando qua e là.
Con mia moglie vorremmo portar pace e riuscire a non cedere alle provocazioni. Cominciamo a ricevere telefonate anonime, notturne. Il servizio telefonico conferma: sono loro.
Per tutelare la nostra famiglia, ci rivolgiamo ad un amico avvocato; scegliamo di seguire una via che possa offrire ancora una speranza di riconciliazione. Gli avvocati si parlano. Inizia una tregua...
Per Natale mandiamo loro un biglietto d'auguri firmato anche dai bambini. Qualcosa comincia a cambiare: qualche saluto, parole buone ai bambini. Li invitiamo a una festa, vengono, abbiamo modo di conoscerci...
Ora siamo diventati amici.

(L.M., Italia)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

2 commenti:

  1. "Amare gli altri come Dio ha amato noi". Se i cristiani riuscissero a mettere in pratica questa parola il mondo non sarebbe quello che è.
    La testimonianza mi ha ricordato che la mia famiglia ha convissuto per 22 anni con una famiglia maleducata e anche cattiva. Non è mai servito chiedere con cortesia un minimo di pace, il volume della musica più basso almeno dopo le 24, e questo era il meno. Abbiamo sempre ricevuto rispostacce che includevano sempre la stessa frase "in casa mia faccio ciò che voglio, e mio figlio ha diritto di divertirsi". Non abbiamo mai fatto nulla di legale, abbiamo passato momenti di grande nervosismo e rabbia questo si. Per fortuna il Signore ci ha aiutati a sopportare, poi abbiamo capito che l'unica soluzione con gente simile, era pregare. Dopo 22 anni il padre di famiglia si è giocato l'appartamento andando per casinò. Così hanno dovuto vendere e andarsene. Non sono riuscita a gioire di questo disastro familiare, anzi mi hanno fatto tanta pena. Da allora viviamo in pace e tranquillità.
    Buona serata a te alla tua famiglia.

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  2. Grazie, Saray, per le tue visite... Grazie per la testimonianza che hai lasciato.
    È proprio vero che alle volte, in certe situazioni, l'unica arma è la preghiera: ti libera interiormente e ti aiuta a portare meglio quella sorta di travaglio che alle volte è la convivenza con chi ci sta accanto.
    È liberante, soprattutto, perché puoi affidare ed affogare tutto nel Cuore di Dio...
    Un caro saluto a te ed alla tua famiglia.
    Luigi

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