Ho ripreso a rileggere gli Atti del Convegno Nazionale sul diaconato di cui ho riportato l'indice nel post dell'11 gennaio scorso. Ne ho già parlato a suo tempo (programma - impressioni dopo la partecipazione – articolo su Settimana). Cercherò di pubblicarne i contenuti nel mio sito di testi e documenti.
Inizio col riportare la testimonianza di Montserrat Martínez, moglie del diacono Aurelio Ortín, di Barcellona, Spagna, ordinato 27 anni fa. Lo faccio soprattutto per l'esperienza personale vissuta assieme a mia moglie e per il prezioso dialogo e confronto cha abbiamo avuto durante il Convegno.
Riporto alcuni passi che mi sembrano significativi di quell'esperienza fatta "a più mani".
«Nel corso di questi anni, e anche nel periodo di preparazione al diaconato, ho cercato di accompagnare mio marito quanto più possibile, tenendo conto in ogni momento della situazione familiare e del fatto che è lui che ha ricevuto l'ordinazione diaconale. Dal momento della vocazione diaconale di Aurelio, già pensata e discussa prima del nostro matrimonio, il suo percorso diaconale è stato una scelta di vita condivisa. (…)
Così dunque, con attesa, sforzo e speranza, ho cercato di curare soprattutto: la spiritualità del diacono, che è propriamente quella del servizio; questo implica da parte della sposa una grande generosità, umiltà, fiducia e preghiera, a livello sia personale che coniugale; la realizzazione della missione ministeriale del mio sposo: adesione del cuore, dialogo, animazione, accoglienza e consolazione, condivisione del suo diaconato nella misura possibile: accompagnamento nei ritiri spirituali, negli incontri diocesani, nazionali ed internazionali. (…)
Il rapporto che si stabilisce tra il sacramento del matrimonio e quello dell'ordine nel grado del diaconato nella Chiesa di comunione, è di arricchimento reciproco. Per un verso, quando un uomo sposato riceve il sacramento dell'ordine, la grazia ricevuta nel matrimonio trova una nuova dimensione; il matrimonio cristiano si apre al servizio ministeriale e ad una nuova tappa di maggior impegno e generosità; il consenso della sposa, che è eco e attualizzazione del "sì" dato nel momento dell'impegno matrimoniale, mette gli sposi nella condizione di vivere in comunione profonda la vita di servizio alla Chiesa. In modo analogo, la grazia ricevuta dall'uomo sposato all'atto dell'ordinazione diaconale potenzia la sua vita coniugale e familiare, rendendola più aperta al dialogo, al servizio e alla donazione. (…)».
Veramente bello questo post. Il diaconato è un dono per la coppia è vero, poi il Signore donerà certo tante benedizioni a tutti e due. Un saluto carissimo. :)
RispondiEliminaGrazie, Saray, del tuo "passaggio"... È proprio vero che la grazia dell'uno si riversa nell'altra e viceversa. È "insieme" poi (ognuno per la propria parte) che potremo dare quella testimonianza che Dio vuole da noi.
RispondiEliminaCiao!