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venerdì 4 settembre 2020

La potenza dell'unità


23a domenica del Tempo ordinario (A)
Ezechiele 33,1.7-9 • Salmo 94 • Romani 13,8-10 • Matteo 18,15-20
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Oggi e domenica prossima il Vangelo propone alcune regole di vita comunitaria: Gesù indica come si vive all'interno della famiglia, che fa riferimento al Padre.
Ogni membro è prezioso agli occhi del Padre, in particolare i "piccoli", i cristiani più fragili, a rischio di venir meno nella fede. Tutti devono sentirsi responsabili che nessuno si perda. Non possiamo mai dire di un fratello: "Si arrangi!".
Se la Chiesa è una famiglia, dove si è legati l'uno all'altro, quando «tuo fratello commette una colpa», scatta l'operazione "ricupero", che non tralascia nessun tentativo.
Anzitutto il dialogo personale: «ammoniscilo fra te e lui solo». Una "correzione", motivata dall'amore e fatta con amore, può avere un risultato positivo: «egli ti ascolterà» e allora «avrai guadagnato tuo fratello».
Ma se l'iniziativa personale fallisce, non è una ragione per fermarsi: si possono coinvolgere altre persone e, se non basta, «dillo all'assemblea», alla Chiesa, perché l'intera comunità, in una "congiura" d'amore, si impegni per lui.
Tutto esaurito? Sembrerebbe di sì, ad una lettura immediata delle parole di Gesù: «Se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano», escluso dalla comunità.
I pubblicani e i pagani non si sottomettono alle regole in vigore nella comunità giudaica, per questo sono esclusi: tuttavia, Gesù li cercava e aveva molteplici relazioni con loro.

Al di là di ogni procedura ufficiale, vale qualunque altro tipo di approccio: l'amore sa inventare tentativi illimitati ed efficaci, pur di far breccia sul fratello colpevole.
Anche il "legare e sciogliere", tipico della comunità guidata dai suoi responsabili, il dichiarare un membro colpevole o il riammetterlo col perdono, rientra nelle attività volte a ricuperare i fratelli, coinvolgendo l'intervento di Dio stesso.
La qualità di vita di una comunità cristiana e l'efficacia della sua testimonianza dipendono dalla qualità dei rapporti fraterni e dall'attenzione reciproca. La fraternità non tollera che si lasci andare il fratello per la sua strada, ma porta a compiere ogni sforzo per "salvarlo".
Anche la preghiera rientra in questa logica: «Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà». Il verbo "accordarsi" propriamente significa "realizzare una sinfonia": è un termine musicale e richiama l'essere intonati, privi delle dissonanze che nascono dalla discordia. Si tratta di essere profondamente armonizzati e uniti nella carità. Non è la pluralità delle voci che assicura l'efficacia della preghiera, ma l' "accordo": bastano "due".
La preghiera, allora, ottiene: perché? Quando c'è tale "sinfonia", è presente Gesù stesso: «dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». Uniti dalla medesima fede, dall'impegno di attuare la sua volontà, che è in definitiva il suo "comandamento nuovo". L'essere "riuniti nel suo nome" realizza in pienezza "l'accordarsi tra loro".
Matteo sottolinea con forza la "presenza" di Gesù nella Chiesa: l'identità del figlio di Maria è "Emmanuele", "Dio con noi"; il Risorto dichiara solennemente: «Io sono con voi tutti i giorni»; Gesù assicura la sua presenza all'interno della più piccola comunità, dove i rapporti sono rinnovati dall'amore.
L'affermazione di Gesù dice anche che l'unità nel suo nome è frutto della sua presenza, dono suo: dono ed impegno allo stesso tempo. È questa presenza che fa la Chiesa: "Dove due o tre sono uniti nel nome di Gesù, lì è la Chiesa" (san Bonaventura); "Quando due o tre sono uniti nella fede nel suo nome, Gesù viene in mezzo a loro, sedotto e attratto dal loro accordo" (Origene).

Prima di porre in atto qualunque strategia pastorale, prima di qualunque incontro, occorre assicurare quel presupposto indispensabile che è la presenza di Gesù fra i suoi: presenza non automatica, ma legata alla "sinfonia" dell'amore evangelico.

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Vedi anche: Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza): Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18,20) (vai al testo…)

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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata  Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18,20) - (10/09/2017) (vai al testo)
 Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18,20) - (07/09/2014) (vai al testo…)
 Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18,20) - (04/09/2011) (vai al testo…)
 Pienezza della legge è la carità (Rm 13,10) - (05/09/2008) (vai al post "L'unico debito")


Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Cristo tra noi, generatore di vita e di fraternità: anima di ciò che esiste (08/09/2017)
  La fraternità, frutto della presenza di Gesù tra i suoi (05/09/2014)

Vedi anche il post:
  Uomini di comunione (04/09/2011)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2020)
  di Cettina Militello (VP 7.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
  di Marinella Perroni (VP 7.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Uniti nel suo nome, di Bernadette Lopez)

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