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venerdì 26 giugno 2020

Perdersi per "ritrovarsi"


13a domenica del Tempo ordinario (A)
Geremia 20,10-13 • Salmo 68 • Romani 5,12-15 • Matteo 10,26-33
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

È una specie di "manuale" del missionario quello che stiamo leggendo da qualche domenica: perché l'attività evangelizzatrice del discepolo sia efficace come quella di Gesù, occorre che egli sia "altro Gesù". E per questo occorre un amore tutto speciale: «Chi ama padre o madre... figlio o figlia più di me non è degno di me». Ciò non è indolore: «Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me».

Prendere la propria croce
In un testo del profeta Ezechiele (9,4-6) sulla fronte dei credenti viene segnato un "Tau" (lettera dell'alfabeto ebraico che anticamente aveva la forma di croce) per simboleggiare la loro appartenenza a Dio. Senza escludere questo significato, quasi certamente Gesù si riferisce all'usanza romana della crocifissione: il condannato riceveva sulle spalle il legno trasversale (patibulum) e si avviava al luogo dell'esecuzione tra gli scherni e i compatimenti della folla. Il discepolo di Gesù non può non mettere in conto tale prospettiva, il "martirio". Ma già ogni giorno l'amore a Gesù può richiedere tagli, rinunce, sacrifici: ogni giorno siamo chiamati a "prendere la croce" dietro a Lui.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà: e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà
Per sei volte i Vangeli riportano questa dichiarazione di Gesù: chi è attaccato alla propria vita e vuole difenderla a ogni costo, fosse anche col tradimento del Maestro, in realtà la "perderà".
Chi invece, per rimanere fedele al Vangelo, arriva anche a perdere la propria vita, la ritrova in pienezza. È un'allusione al martirio, ma è anche la legge fondamentale di ogni vita autentica: il donarsi comporta il "saper perdere", il dimenticarsi, il mettersi da parte, il "non essere" perché l'altro sia. Perdere per ritrovare, perdersi per ritrovarsi. È la dinamica dell'esistenza di Gesù e del cammino di quanti lo "seguono".
Non possiamo non rimanere impressionati dalla carica provocatoria di queste parole di Gesù. L'«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore...», che pur Gesù ha ribadito con forza nuova, ora è spostato sulla sua persona. E Gesù non accetta compromessi, un amore a metà: la frequenza martellante del "me" (sette volte in pochissimi versetti) sembra comunicarci, anche sul piano linguistico, l'esigenza di fare di Lui l' "unico" e il "tutto".
Si tratta di essere semplicemente "discepoli", vivere in modo pieno l'appartenenza a Lui, radicata nel Battesimo: «Se siamo morti col Cristo, crediamo che vivremo con Lui, sapendo che il Cristo risuscitato dai morti non muore più» (Rm 6,8-9; II lettura). La vita battesimale è vita pasquale, è vita da risorti: «Consideratevi morti al peccato e viventi per Dio, nel Cristo Gesù» (Rm 6,11).

«Il mio fidanzato sa, perché se n'è accorto e perché gliel'ho detto espressamente, che Gesù viene prima di lui nella mia vita». Così una ragazza.
Forse che Gesù è un ostacolo, quasi un intruso, fra le persone che si amano? Come un concorrente... sleale, pretende che gli innamorati, gli amici, i congiunti riducano il proprio amore perché si mette di mezzo Lui? In realtà Gesù ci consente una relazione più vera tra noi, un rapporto sempre più libero da ogni forma anche larvata di egoismo. Se gli diamo interamente il cuore, Lui ci darà il suo e diventeremo capaci di vivere ogni relazione affettiva in una misura sorprendentemente nuova e intensa, capaci di amarci nel cuore e col cuore di Gesù stesso.
Possiamo sicuramente affermare di aver sperimentato che proprio così, "perdendo" la vita per amore di Gesù, ci sentiamo più felici e più realizzati, più vivi!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi accoglie voi accoglie me (Mt 10,40)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
Chi accoglie voi accoglie me (Mt 10,40) - (02/07/2017)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Due estremi: la croce e un bicchiere d'acqua fresca: Una vita si perde donandola (30/06/2017)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2020)
  di Cettina Militello (VP 5.2017)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Chi avrà dato da bere… (Mt 10,42), Bernadette Lopez)

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