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sabato 4 aprile 2020

Via Crucis al tempo del Coronavirus [5]


Nona stazione: Gesù cade la terza volta
La pietà popolare ha immaginato tre cadute lungo il cammino verso il Calvario. Chissà, forse saranno state anche di più… Ma quel numero tre sta a significare il peso di un'oppressione enorme che lo schiaccia a terra.
"Egli portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce" (1Pt 2, 24).
"Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore" (2Cor 5, 21).

Che pesi enormi sta caricando l'epidemia, specialmente sui più poveri, su quelli che vivono del lavoro giornaliero e che d'improvviso si trovano senza di che poter vivere. E quante cadute in depressione…

"In tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri" (Pro 3, 6).
Ci sei accanto, in ogni nostra caduta:
"mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra" (Sal 39,10);
"tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella tua gloria" (Sal 73,23-24).


Decima stazione: Gesù spogliato delle vesti
Tutti e quattro i Vangeli dicono che i soldati si divisero le vesti. Non dicono che furono i soldati a spogliare Gesù.
Si spogliò da solo. Fu l'ultimo gesto, uguale al primo: "Pur essendo nella condizione di Dio… spogliò se stesso assumendo la condizione di servo" (Fil 2,6-7).
L'aveva fatto anche la sera prima, nel cenacolo, quando "depose le vesti" per lavare i piedi di discepoli (Gv 13, 4).
Si spoglia, dà la vita, come buon Pastore.

La piccola e povera Albania questi giorni si è spogliata di un manipolo di medici e infermieri per rivestire l'Italia. C'è ancora chi è pronto a rinunciare a se stesso, sull'esempio di Gesù, e servire e dare la vita per l'altro.

Di quante cose dobbiamo ancora spogliarci per ritrovare la nudità di Adamo e di Eva, la semplicità di vita.
Liberarci del superfluo, da tante sovrastrutture, inutili, che ci siamo messi addosso e appesantiscono il nostro cammino.
Liberarsi donando, come Gesù.

(Fonte: http://fabiociardi.blogspot.com)

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