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sabato 2 maggio 2020

Il dono della "vita in abbondanza"


4a domenica di Pasqua (A)
Atti 2,14a. 36-41 • Salmo 22 • 1 Pietro 2,20b-25 • Giovanni 10,1-10
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù si presenta in contrapposizione a coloro che non sono pastori, ma "ladri e briganti". Più direttamente, Gesù si richiama alla situazione che sta vivendo: egli è la "luce del mondo", lo ha mostrato guarendo un uomo cieco dalla nascita, e rivolge le sue parole a coloro che hanno scacciato il cieco guarito dalla sinagoga.
Nell'A.T. le "pecore" indicano spesso i membri del popolo di Israele. Il termine recinto, poi, indica quasi sempre il vestibolo davanti alla Tenda nel deserto o davanti al Tempio; rappresenta quindi simbolicamente il giudaismo.
Il pastore legittimo delle pecore, colui che entra per la porta, è Gesù, nuovo Pastore di Israele, che si è presentato al Tempio di Gerusalemme per rivelarsi ai Giudei. Tutte le pecore del recinto hanno potuto conoscere la sua dottrina, ma solo alcune di esse sono le sue pecore. Egli le conduce fuori, come Dio aveva fatto uscire il suo popolo dall'Egitto: costituisce così un nuovo popolo, la Chiesa.
I rapporti tra il Pastore e le pecore sono descritti nei termini cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono: Egli le guida ed esse vivono con Lui, condividendo il suo progetto.

Io sono la porta delle pecore
Una volta uscite dal recinto del giudaismo (cfr. il riferimento al ceco nato espulso dalla sinagoga), le pecore passano attraverso la porta che è Gesù, per accedere alla salvezza e alla vita: «Se uno entra attraverso di me sarà salvo». La porta, però, non è soltanto un luogo di passaggio, ma appartiene già al recinto stesso. Nell'A.T. la "porta" della città o del Tempio indica spesso l'insieme della città o il Tempio stesso. Riferita a Gesù, l'immagine della porta non significa soltanto che occorre passare attraverso di Lui, ma che i beni della vita e della salvezza si trovano in Gesù. Egli non è soltanto la porta, la via di accesso, ma il nuovo recinto, il nuovo Tempio (cfr. «Io sono la risurrezione e la vita»).

Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza
La vita vuole diffondersi e comunicarsi: la vita, che dal Padre trabocca nel Figlio, è partecipata da Gesù a coloro che gli appartengono. Nel brano successivo Gesù si presenterà come il Pastore "bello" e mostrerà che il dono della vita scaturisce dal dono che Egli fa della propria vita per amore.
Gesù è l'unico Pastore, l'unica porta, l'unico che dà la vita piena, l'unico che ci ama. L'iniziativa parte da Lui: «Chiama le sue pecore una per una».
«Non pensate mai di essere ai suoi occhi degli sconosciuti - ha detto Giovanni Paolo II alla Giornata Mondiale della Gioventù 2000) -, come numeri di una folla anonima. Ognuno di voi è prezioso per Gesù, è conosciuto personalmente, è amato teneramente, anche quando non se ne rende conto».

Le sue pecore ascoltano... conoscono la sua voce
Sono felici di appartenergli, hanno un'intesa profonda con Lui. Lo seguono: il verbo esprime la relazione del discepolo col proprio maestro, significa dialogo con Lui, prontezza a vivere la sua parola, testimonianza gioiosa e coraggiosa, disponibilità a soffrire per Lui e con Lui.
«Eravate erranti come pecore - ci ricorda san Pietro -, ma ora siete tornati al Pastore e guardiano delle vostre anime» (1Pt 2,25 - II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
Io sono la porta delle pecore (Gv 10,7) - (07/05/2017)
(vai al testo)
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3) - (11/05/2014)
(vai al testo)
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3) - (15/05/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Chiamati per nome ad una pienezza di vita (05/05/2017)
  Gesù, l'unico Pastore (09/05/2014)

Vedi anche:
  Gesù, il Diacono Pastore (13/05/2014)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2020)
  di Cettina Militello (VP 4.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 4.2014)
  di Marinella Perroni (VP 4.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Ascoltano la mia voce, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2014)

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