5a domenica di Pasqua (C)
Atti 14,21b-27 • Salmo 144 • Apocalisse 21,1-5a • Giovanni 13,31-33a.34-35
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Appunti per l'omelia
Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato
Compare ben cinque volte il verbo "glorificare". Che significa? Ricevere approvazione, lode dagli uomini? In Gesù non è così. Gesù parla della sua "glorificazione" proprio in un momento strano: quando Giuda esce per accordarsi con i sommi sacerdoti su come arrestare il Maestro. La "gloria di Dio" appare quando Gesù si incammina verso la passione e la morte, si consegna nelle mani degli uomini e viene condannato alla croce. La "gloria" di Gesù coincide con il momento in cui, donando la vita, rivela al mondo qual è il disegno del Padre sull'umanità: un disegno di amore e di salvezza.
Figlioli…
È la parola che di solito il padre, prima di morire, rivolge ai suoi figli. Sono, quindi, parole importanti che i figli devono ricordare. E queste sono le parole importanti che Gesù affida agli Apostoli e tramite loro ai suoi discepoli: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri".
Come sappiamo vivere questo "come"? come sappiamo amare?
Facciamo fatica a sopportare i nostri limiti, i nostri difetti, le nostre miserie. Se commettiamo un errore, se facciamo una brutta figura, se compiamo un gesto di cui vergognarci, arriviamo a scoraggiarci, ad autopunirci. Gesù ha amato anche i nostri peccati, i nostri limiti.
Non ci è spontaneo amare chi non lo merita o chi non può ricambiare. Non è normale, per noi, fare del bene a chi ci è "nemico". Gesù ha amato anche chi l'ha condannato, ha perdonato, ha offerto un cammino "nuovo" a chi era rifiutato o giudicato dagli altri.
Nel mondo, le società sono fondate sovente sulla competizione, sulla meritocrazia, sul denaro, sul potere… Gesù propone un "servizio" come il suo: "Se io vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri".
La "glorificazione" del cristiano è quando sa vivere l'amore col quale è stato amato da Cristo.
Da questo sapranno…
Dall'amore reciproco tra i discepoli si rende visibile il volto di Dio rivelatosi come "Amore". La Chiesa è chiamata ad essere "icona" di Dio che è Amore. Si tratta di essere dei testimoni, delle persone capaci di creare rapporti nuovi caratterizzati dalla fraternità e dall'amore.
Non si tratta di andare in cerca dell'ultima novità, di diffondere religioni del "fai da te", di legare la fede a emotività o sentimentalismi…, ma di vivere la quotidianità alla luce del comandamento nuovo.
E qui siamo tutti in cammino. Nessuno può sentirsi arrivato o sentirsi autorizzato a giudicare gli altri, ma ciascuno e tutti insieme ci dobbiamo domandare: viviamo "come" Gesù, dando la nostra vita per tutti? Siamo chiamati a costruire nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni, nella società umana, nelle scuole, negli uffici, nei condomini, delle cellule vive, fondate sull'amore scambievole, che con la loro vita danno gloria al Padre.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (24/04/2016)
(vai al testo)
• Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (28/04/2013)
( vai al testo…)
• Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (30/04/2010)
(vai al post "Il distintivo del cristiano")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• Amarci con lo "stile" di Gesù (22/04/2016)
• La fisionomia inconfondibile della comunità cristiana (27/04/2013)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
• di Luigi Vari (VP 3.2016)
• di Marinella Perroni (VP 3.2013)
• di Claudio Arletti (VP 4.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
• di Letture Patristiche della Domenica
(Illustrazione di Bernadette Lopez)
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