La rivista Il Diaconato in Italia dedica il n° 193 al tema I diaconi e la cura delle famiglie ferite.
Nel riportare i vari articoli nel mio sito di testi e documenti, segnalo questi interventi.
La famiglia: ferite e luci di speranza (Contributo)
di Paolo Gentili
Quando ci si accosta a persone e a famiglie profondamente ferite, oc corre la massima delicatezza e tenerezza. Talvolta una persona ferita non la puoi nemmeno abbracciare, perché rischi di fargli molto male. Allo stesso tempo però, è una gioia grande poter comunicare la tenerezza e premura della Chiesa verso i suoi figli più provati e tribolati e annunciare, come un balsamo, la Grazia del Crocifisso che è risorto. Vorrei partire con l'intravedere un orizzonte di speranza e l'immagine che ci regaliamo è quella del «tesoro in vasi di creta» di 2Cor 4,7. Questa immagine corrisponde, in modo particolare, alla situazione dolorosa dei matrimoni che falliscono, anche se si può ben adattare a tutte le situazioni delle ferite familiari. […]
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Saper discernere le ferite delle famiglie (Il Punto)
di Giovanni Chifari
Di fronte a questo tema non facile, alcune considerazioni si presentano con più evidenza: l'osservazione della realtà famiglia richiede grande attenzione e molta pazienza, troppi stereotipi tendono a non cogliere la continua evoluzione in atto; nelle famiglie esiste un evidente problema interpretativo, un deficit di discernimento umano e spirituale; la teologia del servizio, fondata su una Parola studiata e pregata può illuminare la cura e la prassi pastorale per le famiglie.
Identificare quali siano le famiglie ferite è un'operazione meno scontata di quanto possa apparire. Una prima consapevolezza che deve sostenere il servizio dei diaconi e di quanti hanno a cuore il bene delle famiglie, è infatti il poter rilevare che non esistono famiglie che non siano ferite. Le lesioni sono molteplici e attraversano trasversalmente tante famiglie. […]
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Ogni casa sia eremo e piccola chiesa domestica (Pastorale)
di Vincenzo Testa
Ogni casa abitata da una coppia di sposi cristiani può essere considerata e lo è realmente una "chiesa" intesa sia come assemblea che si riunisce e vive nel nome del Signore Gesù, sia come luogo nel quale la "piccola comunità domestica" vive la buona notizia. Viene da chiederci cosa si fa in questa "piccola chiesa domestica". Si potrebbe dire che il primo motivo è quello di conoscere la Parola di Dio, una conoscenza che viene favorita dalle relazioni che si realizzano all'interno della piccola comunità con il confronto e il dialogo che apre i membri allo scambio fecondo e ad una sempre più profonda conoscenza che favorisce la fraternità e la continua conversione.
Il secondo motivo è certamente una maggiore condivisione della vita di chi partecipa alla vita della comunità. Si condividono le gioie, i dolori, i bisogni. Si cercano soluzioni ai problemi insieme, si vivono le gioie in maniera comunitaria e ci si organizza insieme per annunciare la buona notizia anche fuori del piccolo gruppo. […]
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I diaconi e la cura delle famiglie ferite (Riflessioni)
di Andrea Spinelli
Le ferite non sono riservate ad alcuni, mentre altri, all'apparenza, può sembrare ne siano risparmiati. È chiaro, anzi ovvio, che non parliamo di ferite riguardanti il corpo nella sua fisicità, bensì quelle che colpiscono l'animo, che pure non si vedono a occhio nudo o, meglio, non è scontato accorgersene. Occorre dunque grande attenzione e altrettanto grande sensibilità per scoprire tali ferite, le più difficili da curare fino alla più completa guarigione. Dice il Siracide (25,12): «Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore». L'affermazione è legata alla cattiveria, all'affronto e all'ingiustizia, pertanto, anche se nel testo si parla di una donna cattiva, mi piace ampliare l'orizzonte e riferirlo a tutte le relazioni umane, che, pur meritando e spesso anche avendo cure speciali, non sono esenti da fraintendimenti, da inganni e anche da crudeltà. […]
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