3a domenica di Avvento (C)
Sofonia 3,14-17 • Salmo Is 12,2-6 • Filippesi 4,4-7 • Luca 3,10-18
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Appunti per l'omelia
Che cosa dobbiamo fare?
Quello di questa domenica è un Vangelo di comportamenti concreti, del semplice quotidiano; un ritorno alle nostre relazioni interpersonali come strada per il venire di Dio nel mondo, perché ogni nostro gesto umano apre finestre sull'infinito.
Giovanni il Battista propone tre regole.
Chi ha due tuniche…, e chi ha da mangiare...
La prima regola che il Battista propone è: chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto. Una regola d'oro, che da sola basterebbe a cambiare la faccia della terra: condivisione. Un piccolissimo verbo: «dare qualcosa», in cui si riassume il gesto sul quale saremo giudicati. È la nuova legge di un altro mercato che si può semplificare così: ciò che io ho, e tu non hai, lo condivido con te. Invece dell'accumulo, il dono; invece dello spreco la sobrietà. Perché tu vali quanto me, anzi di più. C'è tanto pane nel mondo che, a condividerlo, basterebbe per tutti. A non sprecarlo, sazierebbe la fame di tutti. Così la prima regola per il nostro abitare la terra è prenderci cura gli uni degli altri.
Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato
È la seconda regola. Così semplice da sembrare scontata: il ritorno dell'onestà. Non esigete nulla di più, perché la cupidigia di denaro è l'idolo assoluto, l'insaziabilità è la radice di ogni corruzione, che è deridere le leggi, sfruttare le persone, vendersi per denaro. Giovanni conosce la strada giusta da percorrere: prendersi cura dell'onestà, semplicemente; ricominciare dalla legalità, con tenacia, ma a partire da me e dai miei comportamenti più minuti: onesto perfino nelle piccole cose.
Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno
È la terza regola: per i soldati, per chi ha ruoli di autorità e di forza, in tutti i campi. Non approfittate del ruolo per umiliare; non abusate della vostra forza per far piangere. È sempre il medesimo principio: prima le persone, prima il rispetto, che è guardare negli occhi l'altro, alzarsi in piedi davanti a lui, sempre, come davanti a un principe, perché la bestemmia è mettere le cose prima delle persone.
Viene uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco
Gesù è il più forte, perché è l'unico che parla al cuore. E lo segui... È il più forte, perché è l'unico che «battezza nel fuoco», che ha la forza del fuoco che trasforma le cose, che è la morte delle cose morte e la loro resurrezione, nella luce e nel calore.
Gesù ha acceso milioni e milioni di vite: le ha accese e rese felici. Questo fa di lui il più forte. E il più amato.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Lc 3,16)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa f/r per A5)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (16/12/2012)
E noi, che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,14)
(vai al testo)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
La gioia di incontralo nel migliore dei modi (14/12/2012)
Commenti alla Parola:
• di Luigi Vari (VP 2015)
• di Marinella Perroni (VP 2012)
• di Claudio Arletti (VP 2009)
• di Enzo Bianchi
(Illustrazione di Cosimo Musio)
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