Data la bella esperienza dell’anno scorso, anche quest'anno sono stato incaricato dal mio Comando di tenere nelle scuole di ogni ordine e grado "Lezioni di Educazione alla Sicurezza e alla Legalità".
Quest’anno, in particolare in una scuola elementare, il Dirigente ha fatto una richiesta di iniziare anche un percorso "educativo" per gli insegnanti, presentando loro un "progetto educativo" da estendere successivamente poi agli alunni di 3° - 4° - 5° elementare.
"Investire in Educazione", "Cittadinanza attiva", "Partecipazione e Corresponsabilità": sono i temi di un messaggio che rappresentano una novità, soprattutto a livello educativo; contribuiscono a dotare il soggetto (in questo caso il bambino nella scuola) di un modello "pro-sociale" per la sua crescita, che limiti i danni e i pericoli che la strada presenta oggi.
È la sfida che il Comando della Polizia Municipale di Gela ha approvato, sposando il progetto che ho presentato. Così si è potuto dar vita ad un percorso alla partecipazione attiva, per iniziare a cambiare usi e costumi in un territorio in terra di mafia, sfilacciato da una frammentarietà culturale: mettere insieme varie agenzie educative, la scuola, la famiglia, le istituzioni pubbliche, in un percorso di dialogo educativo, proponendo di eliminare il "Contro" ed immettere il "Per".
Ho preparato un progetto orientato e formato dalla materia che debbo insegnare: Educazione stradale, Sicurezza - Osservanza delle regole - Legalità.
Sono partito dall'osservanza del codice della strada ed ho preso solo alcune parti che interessano i bambini della scuola elementare e cioè la parte dei Pedoni: la strada – la segnaletica orizzontale – la segnaletica verticale – come muoversi da casa fino ad arrivare a scuola in sicurezza. E poi come trascorrere il tempo libero: l'uso del primo mezzo che tutti abbiamo cavalcato, la bicicletta.
Ho cercato di coniugare l'interdisciplinarietà degli agenti educativi, quali: la scuola, la famiglia, l'Istituzione pubblica, l'Ente Comune da cui io dipendo. Facendo incontrare questi elementi in un unico soggetto "PER" i Bambini, mi sono messo ad insegnare: l'Educatore si è così "sposato" con il Diacono.
È venuto fuori un capolavoro d'intervento. È stata conquistata una scuola elementare, un Dirigente, 60 Insegnanti, un Vice Sindaco, un Comandante Maggiore della Polizia Municipale – nel territorio più a rischio della città, dove si trova la scuola.
Questo progetto di "Cittadinanza attiva" è già in atto, perché i bambini sono entusiasti, i genitori felici, le maestre esclamano: "Finalmente si opera nella concretezza".
L'assessore si fa intervistare tutti i giorni per sponsorizzare il progetto, che - a quanto sembra - già è diventato suo. Infine il comandante è ultrafelice, perché si vede protagonista, senza aver speso nulla ed io ringrazio Dio per la luce ricevuta.
Vediamo che piano piano la città si trasforma, operando su tre livelli, e cioè: Segnaletica orizzontale… che non si vede - Segnaletica verticale… inesistente o già divelta in parte – Spazi… come una pista ciclabile sicura per i bambini. Cose delle quali non si parla per niente, perché qui da noi, in terra di mafia, di queste cose non solo non si può parlare, ma manca persino il tempo per pensarle.
È davvero sbalorditivo riuscire a mettersi insieme e soprattutto far sì che diventi un pensiero ed un metodo educativo da proporre nelle scuole.
La "Cittadinanza attiva" rappresenta un modello, perché gli uomini, all'interno di essa, trovino una nuova fratellanza e insieme risolvano i problemi emergenti.
Sentiamo che questo progetto è un'occasione per continuare a sfidare l'utopia, perché anche nella nostra città possa aprirsi una breccia per quella che è e sarà per sempre una speranza: "Insieme è più bello e si può!"».
Buongiorno Gigi!
RispondiEliminaIn effetti l'esperienza di Rocco è molto interessante.
Ma io, sicuramente condizionata dalle difficoltà sempre crescenti che incontriamo nella catechesi, leggevo e pensavo: Il problema è che andrebbero educate le famiglie... chè arrivare ai ragazzi è facile.
Vabbè... continuiamo a fare quello che possiamo, meglio che sappiamo!
Un saluto cordiale a te!!!
L'esperienza che ho raccontato è circoscritta in un ambito particolare e quindi non esaustivo e si collega alle altre che ho raccontato dell'amico Rocco. Qui si tratta di un convegno di preti e diaconi dove si sono esposte alcune esperienze su come (in quanto preti o diaconi) viviamo il nostro rapporto con le istituzioni, nel sociale. Ho riportato questa perché è di un diacono (il mio blog è un po' particolare) e perché di lui avevo già parlato; poi l'ambiente dove Rocco è chiamato ad operare è decisamente diverso dalle nostre parrocchie. Nulla toglie a quanto si fa…
RispondiEliminaMàndi,
Gigi.