Parola che si fa vita
Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38)
La Parola di oggi, presentandoci due fatti in cui agiscono sette fratelli, vuole evidenziare lo stesso tema: la risurrezione dai morti.
Nel libro dei Maccabei il caso è reale e rappresenta un esempio luminoso di fede nella vita eterna. Significativa la dichiarazione del quarto fratello: "È bello morire per attendere da Dio l'adempimento della speranza, di essere da lui risuscitati".
Nel Vangelo di Luca, Gesù, superando il tranello teso dai Sadducei - dicevano che nessuno può risorgere dopo la morte - afferma: "È certo che i morti risorgono. Dio è il Dio dei vivi e non dei morti, perché tutti da lui ricevono la vita".
Quale la nostra fede?
A noi credenti, resta il dovere fondamentale della fermezza, di non cedere di fronte alle forme di idolatria della vita presente, che ci allontanerebbero dall'orizzonte della vita nuova ed eterna.
Affidarci a Dio Padre e, stupiti, scoprire che siamo fatti per la VITA, che consiste nell'essere con Lui, senza che questo rapporto di ineffabile amore si interrompa mai. E nelle difficoltà ricordiamo le parole di san Francesco: "Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto".
(nella foto Chiara luce Badano)
Testimonianza di Parola vissuta
Chi è Chiara Luce?
A lungo attesa, nasce a Sassello il 29 ottobre 1971 e cresce in una famiglia semplice che la educa alla fede. Ricca di doti naturali, bella e sportiva, ha molti amici che la considerano, al tempo stesso, normale e straordinaria. Scopre Dio come Amore e ideale della vita, e si impegna a compiere in ogni istante, per amore, la sua volontà. Coltiva l'amicizia con Gesù, che riconosce presente nel prossimo; predilige i piccoli, gli umili e i poveri, tra cui i bimbi dell'Africa, ove sogna di recarsi come medico.
A 17 anni, colpita da tumore osseo, affronta la malattia affidandosi all'amore di Dio. Di fronte alla sofferenza ripete: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch'io». A chi l'avvicina comunica serenità, pace e gioia. Chiara Luce lancia un messaggio ai suoi coetanei: «I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. Hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene».
Il 7 ottobre 1990 saluta la mamma dicendo: «Sii felice, io lo sono!» e va incontro allo Sposo. La sua vita è la testimonianza di un sì incondizionato all'amore di Dio, un sì ripetuto fin da piccola, un sì che ha saputo trasformare la malattia in un cammino luminoso verso la pienezza della Vita. Immediato l'eco della sua santità che si è divulgato progressivamente.
Il Processo diocesano per la Causa della sua Beatificazione, aperto nel 1999 da Mons. Livio Maritano, vescovo di Acqui, ha avuto seguito con la fase romana. Nel 2008 la Serva di Dio è dichiarata Venerabile; successivamente è stato esaminato e riconosciuto un miracolo di guarigione, avvenuto a Trieste.
Il 25 settembre 2010 viene dichiarata Beata.
Link al sito di Chiara Luce Badano: http://www.chiaralucebadano.it
(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)
(vedi Commento alla Parola di Claudio Arletti)
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