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domenica 14 novembre 2010

Quello che doni


Ho ricevuto alcune settimane fa la somma di 50 euro per un servizio pastorale particolare. Ho cercato di rifiutare, ma la persona che me l'ha data, non volle sentire ragioni, dicendomi alla fine di farne l'uso che avrei pensato meglio, magari per le persone in necessità. Accettai ringraziando, pensando come impiegare al meglio quella somma. Intanto la inserii come voce di "provvidenza" nel bilancio familiare, come altre voci dello stesso genere in questo ultimo periodo. Ho pensato infine che effettivamente avrebbe potuto essermi utile tutta quella "provvidenza", dato che attualmente stiamo sostenendo delle spese straordinarie, non preventivate. Così non ci pensai più.
Questa mattina, alla porta della chiesa c'era una persona, un immigrato, che trovo sempre ogni domenica. Mi fermo a parlare con lui e sto per dargli qualcosa, come faccio di solito. Parliamo un po' della sua situazione, dello sfratto che sta per subire dal posto (una baracca) dove vive con la sua famiglia.
Poi all'improvviso mi chiede un favore personale. Deve recarsi a giorni in patria per delle pratiche con l'ambasciata di là e ha bisogno di un aiuto. Mi trovo preso alla sprovvista, ma reagisco subito e mi faccio spiegare la situazione. Capisco che non posso tirarmi indietro, ma che il mio amore deve essere concreto. Apro il portafoglio e gli do tutto quello che ho. Erano 50 euro!
Dopo la Messa, lo riaccompagno in macchina verso casa, sotto gli sguardi increduli di alcuni parrocchiani. Ci salutiamo con molto affetto.
Rientrando, mi sono ricordato delle famose 50 euro che avevo ricevute di provvidenza e di quanto avevo letto questa mattina in uno scritto di sant'Agostino: "Da chi proviene quello che doni, se non da lui? Se tu dessi del tuo sarebbe un'elemosina, ma poiché dai del suo, non è che una restituzione! «Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?» (1Cor 4,7)".
Ho ringraziato Gesù per la sua puntuale fedeltà, che non viene mai meno.


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