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martedì 6 gennaio 2009

La "Festa" che rimane!

Le feste se ne vanno, ma la "Festa" rimane, quella che illumina i nostri cuori, l'unica che ci dà quella gioia che il mondo (che ci ha rubato le feste, forse anche perché lo abbiamo lasciato fare...) non può dare e che non comprende. La nostra responsabilità è quella di seguire Colui che non ha avuto paura di compromettersi con noi. Piano piano questa umanità, che sembra smarrita, tornerà a sperare e troverà la sua strada, quella strada che Dio ha in serbo per noi uomini di questo secolo.
Con questo nell'anima penso ad una esperienza che stiamo vivendo e che ci fa rimanere in quell'atmosfera nella quale il Natale ci ha posto.

Quando qualcuno se ne va o si allontana dalla tua comunità parrocchiale perché non sente più di continuare, si crea un certo disorientamento nel gruppo di animazione in cui si cerca di portare il proprio contributo; si risvegliano vecchie rivalità ed emergono stupide "fazioni".
Che fai? Cerchi di riportare tutto e tutti all'essenziale, a riscoprire che il nostro servire non è un "fare", ma un "essere". In altre parole ritornare a riscegliere Dio come il tutto della propria vita e di conseguenza del nostro agire.
In questo frangente mi ritorna alla mente uno scritto di sant'Agostino, di cui trascrivo una parte.

«Sempre in ogni istante abbiate presente che bisogna amare Dio e il prossimo. L'amore di Dio è il primo come comandamento, ma l'amore del prossimo è il primo come attuazione pratica. Colui che ti dà il comandamento dell'amore in questi due precetti, non ti insegna prima l'amore del prossimo, poi quello di Dio, ma viceversa.
Siccome però tu Dio non lo vedi ancora, amando il prossimo ti acquisti il merito di vederlo; amando il prossimo purifichi l'occhio per poter vedere Dio… Nessuno mai vide Dio (cfr. Gv 1,18). Ma perché tu non ti creda escluso totalmente dalla possibilità di vedere Dio, lo stesso Giovanni dice: "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio" (1Gv 4,16). Tu dunque ama il prossimo e guardando dentro di te donde nasca quest'amore, vedrai, per quanto ti è possibile, Dio.
Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al Signore, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l'abbiamo sempre con noi. Aiuta, dunque il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere» (Dai "Trattati su Giovanni" di sant'Agostino – Tratt. 17).

Noi vogliamo rimanere in questo perenne Natale in cui Gesù nasce e rinasce continuamente fra noi e in noi.

2 commenti:

  1. grazie luigi, le tue riflessioni sono sempre belle e fanno riflettere sul senso della nostra vita. il tuo blog è, quindi, una piccola oasi in un deserto dove soffia forte il vento. il tuo blog, perciò, un piccolo riparo. grazie ancora.
    vincenzo

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  2. Grazie a te, Vincenzo!
    Spero che in questa "oasi", come la chiami, possimo ritrovarci sempre insieme, perché abbiamo tutti sete di quell'Acqua che ci disseta veramente, in questo reciproco visitarci e ritrovarci.
    Luigi

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