13a domenica del Tempo ordinario (A)
2Re 4,8-11.14-16a • Salmo 88 • Romani 6,3-4.8-11 • Matteo 10,37-42
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Appunti per l'omelia
Chi ama padre o madre, figlio o figlia più di me non è degno di me
Ma allora chi potrà mai essere degno di te, Signore? Queste sono le persone più care, indispensabili a vivere, a diventare adulti. E la tua pretesa, altissima, che cosa vuole di me?
Il Signore non instaura una competizione nel cuore, una gara di emozioni, da cui sa che non uscirebbe vincitore, se non presso pochi eroi o santi o profeti dal cuore in fiamme. E tuttavia anche già per unirsi a colei che ama l'uomo lascerà il padre e la madre! Perché il mondo non coincide con il cerchio della famiglia. Né la buona novella, né la croce, non la vita eterna e neppure una storia di giustizia e di pace e di solidarietà, si spiegano o si costruiscono interessandosi solo della propria famiglia. Bisogna saper accogliere altri nel cerchio del sangue, accogliere genera vita e futuro, spezza l'eterna ripetizione di ciò che è già stato.
E risuona l'eco delle parole di Gesù dodicenne: "Non sapevate che devo interessarmi delle cose del Padre mio?".
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà…
Chi avrà perduto la propria vita per causa mia la troverà. Perdere la vita, non significa farsi uccidere: una vita si perde come si perde un tesoro, donandola. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri. Gesù parla di una causa per cui vivere, che vale più della stessa vita. Come ha fatto Lui, che ha perduto la sua vita per la causa dell'uomo e l'ha ritrovata.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca…
A noi, spaventati dall'impegno di dare la vita e di avere una causa che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: chi avrà dato anche solo un bicchiere d'acqua fresca non perderà il premio. La croce e un bicchiere d'acqua, il dare tutta la vita e il dare quasi niente, sono i due estremi di uno stesso movimento. Un gesto che anche l'ultimo degli uomini può compiere; però un gesto vivo, significato da quell'aggettivo così evangelico: fresca. Acqua fresca deve essere, vale a dire procurata con cura, l'acqua migliore che hai, quasi un'acqua affettuosa...
Dare la vita, dare un bicchiere d'acqua fresca: stupenda pedagogia di Cristo. Non c'è nulla di troppo piccolo per il Vangelo, perché nulla vi è di autenticamente umano che non trovi eco nel cielo. Perché l'uomo guarda le apparenze, Dio guarda il cuore. E tutto il Vangelo può essere in un bicchiere d'acqua fresca.
(spunti da Ermes Ronchi)
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi accoglie voi accoglie me (Mt 10,40)
(vai al testo…)
Commenti alla Parola:
• di Cettina Militello (VP 5.2017)
• di Enzo Bianchi
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