Ho fatto gli auguri a tante persone… anche al povero che è fermo alla porta della chiesa e che trovo sempre ogni volta che ci vado. L'ho salutato con il cuore sgombro da pregiudizi. Ho fatto scivolare tra le sue mani anche un'offerta che forse era più consistente delle altre volte. Con discrezione mi ha ringraziato…
Poi alla comunione, mentre distribuivo l'Eucaristia, me lo sono trovato davanti… serio.
Anche lui è parte di quel "Corpo", di quell'umanità che con le sue "povertà" ha attirato la predilezione di un Dio che ha deciso di farsi uno di noi.
Oggi celebriamo la Giornata mondiale della pace (Combattere la povertà per costruire la pace). "Purtroppo, la pace non ha abitato il tempo trascorso né domina su quello presente. Quanto al futuro, non abbiamo altro che domande senza risposta. Di fronte alla situazione mondiale, ci accomuna un terribile senso di impotenza" (Claudio Arletti).
Il Papa ci ricorda nell'omelia per questa festa che "c’è una povertà, un’indigenza, che Dio non vuole e che va combattuta; una povertà che impedisce alle persone e alle famiglie di vivere secondo la loro dignità; una povertà che offende la giustizia e l’uguaglianza e che, come tale, minaccia la convivenza pacifica. In questa accezione negativa rientrano anche le forme di povertà non materiale che si riscontrano pure nelle società ricche e progredite: emarginazione, miseria relazionale, morale e spirituale…".
Ho capito che non posso demandare tutto alle persone competenti… a me spetta anche la parte che mi è stata assegnata, ogni giorno, nel momento presente, che vorrei non sprecare.
Questo è l'augurio che faccio a me stesso e a tutti voi!
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