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sabato 29 marzo 2008

Rocco racconta (educazione stradale)

Continuo nel racconto delle esperienze di Rocco (vedi Post del 13/03/08)


Rocco, oltre ad essere diacono, è anche ispettore di polizia municipale della sua città. Ultimamente è stato incaricato di tenere alcune lezioni di educazione stradale ai bambini delle elementari.
Racconta:

Questa mattina sono stato in una scuola elementare alla periferia della mia città. Era una classe IV di 16 bambini. È stato molto bello, perchè ho potuto trasmettere la forza che nasce dal vivere tra noi, cercando di volerci bene. Se riusciamo a fare così, ci accorgiamo che tutti i problemi si possono risolvere, anche l'incidente che potrebbe essere decisivo per la nostra vita di pedoni. Conviene sempre amare per evitare pericoli per sé e per gli altri...
I bambini mi hanno promesso che anche loro proveranno ad amare, incominciando da subito in classe e poi continuando in famiglia; e anche in mezzo alla strada, facendo più attenzione a tutto quello che li circonda, a incominciare dai vigili urbani.

Il giorno seguente sono stato in un’altra classe: una esperienza unica, perché con i bambini ho cercato di vivere perdendomi in loro. Alla fine della lezione hanno scritto: La lezione di oggi è stata fantastica, con un professore fantastico! Dobbiamo saper dire di no alle ingiustizie, alla mafia e ai soprusi. Noi bambini, il dire di no lo esprimiamo in fatti concreti, a cominciare a dire di sì alla nostra mamma, quando ci dice di buttare le immondizie! A dire di sì al nostro maestro quando ci raccomanda di studiare il pomeriggio! A dire di sì a tutti quei piccoli accorgimenti, come la sicurezza della bicicletta perché altrimenti è meglio non usarla, o portare il casco che ci protegge da eventuali cadute accidentali e ci possiamo fare male sul serio. Ecco è così che collaboriamo a rendere il mondo un po’ migliore da come l'abbiamo trovato. Al Sindaco chiediamo una pista ciclabile e un parco per bambini, dove possiamo giocare sicuri! Faremo contenti tanti bambini, ma soprattutto tanti genitori che finalmente non dovranno gridare ai loro ragazzi che giocano in mezzo a tanti pericoli”.

Sono felice per questa emergenza educativa che entra nel cuore di questi bambini e che incominciano a partecipare al mondo che appartiene a loro.


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