Occorre però “trascendere la dimensione puramente materiale” della carità!
La carità, se è vero amore che ha in Dio la sua ragion d’essere, ci dona i frutti dello Spirito (la pace, la gioia…). Non solo: “Copre una moltitudine di peccati” (cfr 1 Pt 4,8).
La carità così è via che ci porta all’unione con Dio. Mi convinco sempre di più che la strada primaria di chi è chiamato ad una spiritualità più comunitaria che individuale, per arrivare all’unione con Dio, passa per il fratello: è costitutivo di una spiritualità di comunione l’amore al prossimo per giungere a Dio. La nostra strada è l’uomo, direbbe Giovanni Paolo II!
Questo vale per noi, immersi nel mondo, che siamo a contatto tutto il giorno con persone diverse, in ufficio, a casa, in chiesa, nei vari gruppi… Non è raro che alla sera, dopo aver cercato di amare in modo soprannaturale ogni prossimo che mi è passato accanto, quando mi raccolgo nella preghiera, sgorga spontanea una unione profonda con Dio: e posso conversare con Lui facilmente, affidarGli tutto, affidandomi completamente a Lui… e sono pronto, per una grazia che viene dall’alto, a ripresentare la Sua e mia presenza in mezzo agli uomini.
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