18a domenica del Tempo ordinario (A)
Isaia 55,1-3 • Salmo 144 • Romani 8,35.37-39 • Matteo 13,13-21
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Appunti per l'omelia
A contatto con la folla Gesù si lascia "giocare" dalla "compassione", perdendo i suoi programmi ("ritirarsi in disparte"). Il "sentire compassione" di Gesù non è un'espressione emotiva, superficiale, ma una reale partecipazione e coinvolgimento: il verbo andrebbe tradotto "si sentì fremere e sconvolgere le viscere". È immedesimarsi nella situazione dell'altro, "patire-sentire insieme con l'altro" e diventa compassione "attiva" nel guarire i malati e saziare la folla affamata.
Stupisce l'insistenza con cui Matteo presenta Gesù come il medico che risana i malati, come una delle caratteristiche inconfondibili del Messia. A Lui sta a cuore tutto l'uomo, l'integrità totale della persona: la malattia tende a isolare le persone dalla vita sociale, guarire i malati significa reintegrarli pienamente nella società.
Nella concatenazione dinamica dei tre momenti "vide, sentì compassione, guarì…", Gesù si rivela come il Messia che si lascia catturare e calamitare da ogni forma di sofferenza che incontra. In tal modo rivela anche il volto di Dio, "Padre misericordioso", che è partecipe di ciò l'uomo vive.
E come Gesù è l'espressione della misericordia del Padre, così vuole coinvolgere noi nel suo sguardo di "compassione": «Date loro voi stessi da mangiare». C'è una sproporzione tra le necessità smisurate a cui far fronte e ciò che abbiamo a disposizione: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci». La tentazione è sempre quella di suggerire che la gente "si arrangi".
La parola "impossibile" non esiste nel vocabolario di Gesù, ma non opera magicamente, non parte da zero: ha bisogno che qualcuno metta a disposizione quel poco che ha. Il primo miracolo sta proprio nel saper condividere. Il pane spezzato e condiviso non si esaurisce, in mano a Gesù si moltiplica, saziando un numero sterminato di persone.
Compiendo il miracolo, Gesù non soltanto sfama la folla, ma anche e soprattutto crea e consolida la comunione. La dispersione proposta dai discepoli, «congeda la folla», si trasforma nella comunione creata da Gesù: Lui, il pastore, raccoglie nell'unità una folla dispersa, le prepara un banchetto, la riunisce intorno a sé trasformandola in una comunità conviviale, dove tutti, senza discriminazioni e differenze sociali, godono la libertà di stare insieme, di far festa, di vivere nella comunione con Dio e tra loro. È il significato "ecclesiale" del miracolo: Gesù, circondato dai Dodici, che distribuiscono i suoi doni alla folla "seduta" sull'erba (propriamente "sdraiata", posizione consentita durante la mensa soltanto ai signori e agli uomini liberi).
La Chiesa è il posto dove i Dodici, e i loro successori, continuano a distribuire la Parola e l'Eucaristia.
Il racconto ha anche, infatti, un chiaro significato "eucaristico": la successione dei gesti che Gesù compie («prese i cinque pani… pronunziò la benedizione… spezzò i pani e li diede ai discepoli») è la stessa che ritroviamo nell'ultima cena.
I cristiani si sentono chiamati a riscrivere oggi questa pagina di Vangelo: lasciano che Gesù con la sua Parola e l'Eucaristia li nutra e li sostenga nel cammino; il "poco" che hanno e che sono (vita, tempo, qualità, beni, sofferenze) lo mettono a disposizione Sua perché operi il miracolo della comunione e della festa.
La "compassione" di Gesù non verrà mai meno: «Chi ci separerà dall'amore di Cristo?» (Rm 8,35; cfr. II lettura).
Lo spezzare insieme ogni domenica il pane eucaristico, il condividere il pane della vita che è Gesù, come ci stimola e ci sostiene nell'amore concreto ai fratelli in uno stile di solidarietà e condivisione?
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tutti mangiarono a sazietà (Mt 14,20)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Voi stessi date loro da mangiare (Mt 14,16) - (03/08/2014)
(vai al testo)
• Voi stessi date loro da mangiare (Mt 14,16) - (31/07/2011)
(vai al testo)
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• L'unico nostro tesoro (01/08/2014)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2020)
• di Gianni Cavagnoli (VP 6.2014)
• di Marinella Perroni (VP 6.2011)
• di Enzo Bianchi
(Immagine: la moltiplicazione dei pani, di Bernadette Lopez)
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