21 giugno – San Luigi Gonzaga
Nel fare memoria di San Luigi Gonzaga (di cui porto il nome), ho riletto il Messaggio di papa Francesco per la III Giornata mondiale dei poveri (La speranza dei poveri non sarà mai delusa), per poter meglio comprendere, anche nelle circostanze attuali, la testimonianza di San Luigi che morì per il suo amore verso i poveri.
Anche ai nostri giorni - scrive Francesco - Dio come può permettere che il povero venga umiliato, senza intervenire in suo aiuto? Perché consente che chi opprime abbia vita felice mentre il suo comportamento andrebbe condannato proprio dinanzi alla sofferenza del povero?
I poveri di oggi sono famiglie costrette a lasciare la loro terra per cercare forme di sussistenza altrove; orfani che hanno perso i genitori o che sono stati violentemente separati da loro per un brutale sfruttamento; giovani alla ricerca di una realizzazione professionale ai quali viene impedito l'accesso al lavoro per politiche economiche miopi; vittime di tante forme di violenza, dalla prostituzione alla droga, e umiliate nel loro intimo. Come dimenticare, inoltre, i milioni di immigrati vittime di tanti interessi nascosti, spesso strumentalizzati per uso politico, a cui sono negate la solidarietà e l'uguaglianza? E tante persone senzatetto ed emarginate che si aggirano per le strade delle nostre città?
Quante volte vediamo i poveri nelle discariche a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di cui nutrirsi o vestirsi!
Se è vero che un povero non potrà mai trovare Dio indifferente o silenzioso dinanzi alla sua preghiera, Dio è colui che rende giustizia e non dimentica. E lo fa attraverso la testimonianza dei discepoli di Gesù: una diaconia che è presenza di Colui che, da ricco che era, si è fatto povero per arricchirci per mezzo della sua povertà (cf. 2Cor 8,9).
La condizione dei poveri obbliga a non prendere alcuna distanza dal Corpo del Signore che soffre in loro. Siamo chiamati, piuttosto, a toccare la sua carne per comprometterci in prima persona in un servizio che è autentica evangelizzazione.
E di questo San Luigi ne è vero testimone!
Ne consegue che l'opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via è una scelta prioritaria che i discepoli di Cristo sono chiamati a perseguire per non tradire la credibilità della Chiesa e donare speranza fattiva a tanti indifesi. La carità cristiana trova in essi la sua verifica, perché chi compatisce le loro sofferenze con l'amore di Cristo riceve forza e conferisce vigore all'annuncio del Vangelo.
Agli occhi del mondo appare irragionevole pensare che la povertà e l'indigenza possano avere una forza salvifica; eppure, è quanto insegna l'Apostolo quando dice: «Non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio» (1Cor 1,26-29). Con gli occhi umani non si riesce a vedere questa forza salvifica; con gli occhi della fede, invece, la si vede all'opera e la si sperimenta in prima persona. Nel cuore del Popolo di Dio in cammino pulsa questa forza salvifica che non esclude nessuno e tutti coinvolge in un reale pellegrinaggio di conversione per riconoscere i poveri e amarli.
La condizione che è posta ai discepoli del Signore Gesù, per essere coerenti evangelizzatori, è di seminare segni tangibili di speranza.
In questo giorno chiedo al Signore Gesù, per l'intercessione del mio santo Protettore, di poter essere testimone credibile di questa speranza.
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