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venerdì 14 giugno 2019

Lasciarci guidare dallo Spirito


Santissima Trinità (C)
Proverbi 8,22-31 • Salmo 8 • Romani 5,1-5 • Giovanni 16,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

L'aspetto specifico, caratterizzante della nostra fede è Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, che in breve diciamo Trinità: ma non sempre questo termine richiama alla "ricchezza" del suo contenuto.
Ogni idea o espressione di Dio ha una ricaduta immediata sull'identità dell'uomo. Se la persona umana è fatta "ad immagine e somiglianza" di Dio, allora in ogni persona umana e in ogni suo rapporto è riconoscibile il "volto" di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Immagine visibile della Trinità è chiamata ad essere la Chiesa, che altro non è che l'insieme di "rapporti" tra tutti coloro che aderiscono esplicitamente a Gesù, e per questo si sentono in comunione vitale con tutti gli uomini.

Avere fede in Dio Padre significa credere che Egli ha fatto tutto con amore e che non siamo frutto del "caos", del "caso", del "nulla"… Significa affermare che la vita è "dono" e non può essere manomessa, violentata, distrutta dall'uomo.
La terra, come "casa" dell'umanità, è dono d'amore: anch'essa va rispettata, non violentata, salvaguardata. Cibo, aria, acqua sono doni del Padre. Per questo Francesco cantava: «Laudato sii, o mi' Signore…». Non sono nostra proprietà, non possiamo farne l'uso che vogliamo.
Il corpo, espressione visibile della persona umana, va rispettato, curato, amato, non svenduto.

L'uomo è "immagine" di Dio: Dio stesso glielo svela nel Figlio, nel Verbo. Si dice che il Figlio ha "assunto" la nostra natura ed è diventato uno di noi: forse, più propriamente, dovremmo dire che l'immagine vera della persona umana è proprio il Figlio e in lui l'uomo si scopre "figlio di Dio". Il Padre ci ha creati e pensati nel Verbo: «Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e in vista di Lui». Avere fede nel Figlio significa credere che Dio ama l'uomo al punto di condividerne la precarietà e la fragilità; significa coltivare la speranza che questo amore infinito può registrare insuccessi, ma mai la sconfitta definitiva.
Proprio perché passa attraverso insuccessi, questo "disegno" originario sembra perdere la sua evidenza. Il brano di vangelo di oggi ci fornisce la chiave di lettura della nostra esistenza.
Quali sono le cose di cui non siamo capaci di portare il peso? È molto difficile per l'uomo accogliere un progetto di salvezza che passa attraverso il fallimento, la sconfitta, la morte del Figlio, comprendere che la vita viene raggiunta attraverso la morte, che l'amore si realizza nel dono gratuito di sé.

È a questa verità che lo Spirito ci conduce e ci dona di attualizzarla. Egli glorifica il Figlio perché ci porta a scoprire che in Lui siamo noi e la verità di noi stessi. «Credo nello Spirito Santo che… dà la vita»: la vita che lega il Padre e il Figlio e può diventare nostra: prenderà del mio e ve lo annuncerà.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità (GV 16,13)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Lo Spirito Santo prenderà del mio e ve lo annuncerà (Gv 16,15) - (22/05/2016)
(vai al testo)
 Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13) - (26/05/2013)
( vai al testo…)
 Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo (Vers. al Vangelo) - (28/05/2010)
(vai al post "Come in Cielo…")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  La vita… che si spegne se non si dona (20/05/2016)
  Nel vortice d'amore della Trinità (24/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2019)
  di Luigi Vari (VP 4.2016)
  di Marinella Perroni (VP 4.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Icona della Santissima Trinità di Arpad Agoston, da Andrej Rublev)

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