Concludo questa mia riflessione sul Messaggio di papa Francesco per la Quaresima di quest'anno: «La Parola è un dono. L'altro è un dono».
«Il Vangelo del ricco e del povero Lazzaro ci aiuta a prepararci bene alla Pasqua che si avvicina». Ci ricorda che anche noi siamo destinati a "diventare polvere", che anche noi moriremo. Ma, lo sappiamo, la Pasqua è "passaggio" dalla morte alla vita. Quella vita che si realizzerà pienamente nell'aldilà, ma che fin d'ora, per la risurrezione di Gesù, ci ha avvolti e ci conduce.
Ritornando alla parabola, anche «il ricco e il povero muoiono e la parte principale della parabola si svolge nell'aldilà», dove i personaggi "non hanno portato nulla nel mondo e nulla possono portar via" (cf 1Tm 6,7). Così anche noi.
Nell'aldilà il ricco prende coscienza delle differenza, ma è troppo tardi: «nell'aldilà si ristabilisce una certa equità e i mali della vita vengono bilanciati dal bene».
Ma è nella vita "di qua" che prepariamo la vita "di là"!
Il messaggio della parabola è chiaro: non fatti strabilianti, ma ascolto assiduo, costante e sincero della Parola di Dio: «Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».
La Parola accolta e resa "viva" nella nostra vita quotidiana è presenza operante creatrice di Dio. Dio, infatti, ci ha "rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della Parola viva ed eterna" (cf 1Pt 1,23).
Purtroppo, non accogliere la Parola è, come per il ricco della parabola, «il vero problema». «La radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo.
La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello».
La Quaresima è, sotto la guida dello «Spirito Santo», «compiere un vero cammino di conversione, per riscoprire il dono della Parola di Dio, essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi».
È «aprire le nostre porte al debole e al povero».
È «vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua».
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