Riprendo il Messaggio di papa Francesco per la Quaresima di quest'anno per poter mettere a fuoco meglio il mio cammino di totale adesione alla sequela di Gesù.
Paradigma di questo cammino quaresimale è - scrive il Papa - la «parabola dell'uomo ricco e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31)», «pagina così significativa, che ci offre la chiave per comprendere come agire per raggiungere la vera felicità e la vita eterna, esortandoci ad una sincera conversione».
Nell'immaginare la scena del povero Lazzaro vedo scorrere davanti agli occhi e alla mente una folla senza numero di poveri e derelitti. Non mi appare una folla anonima, bensì carica di volti che esprimono ciascuno la loro condizione di emarginazione. Lazzaro è figura di ciascun povero che abita la terra e che mi passa accanto: immagine dell'«uomo degradato e umiliato», che «si trova in una condizione disperata e non ha la forza di risollevarsi, giace alla porta del ricco e mangia le briciole che cadono dalla sua tavola, ha piaghe in tutto il corpo e i cani vengono a leccarle».
Quel povero, quei poveri, non sono esseri anonimi, ma persone con un nome preciso, con «una storia personale»; hanno un nome, «nome carico di promesse: Lazzaro, che alla lettera significa "Dio aiuta"».
Il "Lazzaro" che incontro è sempre, al di là di ogni disgustosa apparenza, il "Dio che aiuta", presenza di Dio che interviene nella storia personale di ciascuno (mia e sua, del povero). Porta con sé la familiarità di Dio: il Figlio di Dio che si è fatto povero con noi e per noi. Ha un qual ché di «familiare, diventa un volto; e, come tale, un dono, una ricchezza inestimabile, un essere voluto, amato, ricordato da Dio, anche se la sua concreta condizione è quella di un rifiuto umano».
«L'altro è un dono!». Nella mia vita di ogni giorno (posso dire sempre) sono circondato da "doni", sono coinvolto totalmente nell'incontro con Colui che è il Dono per eccellenza: Gesù; Dono del Padre, che ogni giorno si presenta a me nel volto di tanti Lazzaro che incontro e che poi ritrovo nell'intimità dell'Eucaristia, dove tutti sono "presenti" e condotti all'UNO.
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