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venerdì 19 febbraio 2016

Ascoltare e scoprirci "figli"


2a domenica di Quaresima (C)
Genesi 15,5-12.17-18 • Salmo 26 • Filippesi 3,17-4,1 • Luca 9,28b-36
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Il suo volto cambiò d'aspetto
La Trasfigurazione è un'esperienza unica, anzitutto per Gesù: è la "gloria" del Padre che rifulge sul suo volto e su tutta la sua persona. È la "gloria" segreta di Gesù, quella vitalità infinita, quel fascino, che si nascondeva sotto un'umanità comune, e che ora trapela all'esterno, seppure per un attimo. In questo modo il Padre fa sperimentare a Gesù, e fa intravedere ai discepoli, un "assaggio" di quella gloria che possederà per sempre dal mattino di Pasqua.
Il cammino verso Gerusalemme apparentemente si risolverà nel fallimento totale dell'opera di Gesù e nella dispersione dei discepoli. Ma non è questo lo sbocco ultimo e definitivo: il traguardo finale è la vita nuova vittoriosa sulla morte, è la luce della risurrezione.

Maestro, è bello per noi essere qui
L'itinerario quaresimale traccia il nostro impegno quotidiano a seguire Gesù con fedeltà, anche se sofferta: «Molti si comportano da nemici della croce di Cristo… Guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi" (Fil 3,18.17). La Trasfigurazione ci richiama allo sbocco di questo cammino: gioire nella Pasqua col Signore risorto ed essere condotti alla nostra "trasfigurazione". È un rilancio di quella speranza senza complessi, che resiste ad ogni sfida, anche a quella della morte.
Tale attesa non distoglie dal cammino concreto nella storia, dall'impegno di servizio all'uomo. Pietro, come inebriato, vorrebbe "fissare" quel momento di beatitudine. L'estasi è di breve durata e i discepoli si ritrovano col Gesù di tutti i giorni, in viaggio verso Gerusalemme. I cristiani non possono dimorare stabilmente su nessun "Tabor". Il Signore può regalarci, sì, momenti di particolare luce o gioia, ma il cammino ordinario è quello di una fede che si vive nella quotidianità, in compagnia di un Gesù che non sempre ci incanta col suo fascino.

Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!
La fede, vissuta nella quotidianità, ci consente di riconoscere Gesù che ci parla nella Parola e nella Chiesa, che si nasconde e si identifica nei fratelli, soprattutto i più deboli, che è presente in modo speciale nell'Eucaristia, il Gesù "trasfigurato", il Signore risorto. Questa fede ci aiuta a riconoscere la voce del Padre: "ascoltatelo!", accoglietelo come il Messia, che arriva alla gloria attraverso il servizio vissuto fino al dono totale.
La Trasfigurazione non è soltanto un avvenimento futuro, nella vita di Gesù di Nazaret e nella dei suoi discepoli. Questo "evento" è già in atto nella vita del credente in una misteriosa "trasfigurazione", in un rapporto di progressiva assimilazione a Cristo attraverso l'amore. Una trasfigurazione che in certi cristiani più maturi non di rado traspare anche all'esterno. Quando s'incontrano malati che accolgono col sorriso, quando ragazzi e giovani vanno controcorrente e vivono puri in un ambiente inquinato e inquinante, quando persone di ogni età sono capaci di perdonare o decidono di giocare la vita su Gesù, rinunciando all'idolo del denaro, del successo, del potere, del sesso.. tale trasfigurazione è in atto.

Noi cristiani abbiamo un debito nei confronti di chi non crede o è in ricerca: offrire momenti di manifestazione di Dio. Ciò avviene quando il Vangelo pervade la nostra vita e risplende attraverso i gesti e le parole, soprattutto se pratichiamo il comandamento di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli (che io sono tra voi), se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Il custodire nel cuore, lungo la giornata, anche una sola delle parole di Gesù, che abbiamo potuto cogliere nella celebrazione domenicale o leggendo il Vangelo, "trasfigura" a poco a poco il nostro modo di pensare e di agire e rende il nostro volto luminoso, come quello di Gesù, da "figli" del Padre.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Maestro, è bello per noi essere qui (Lc 9,33)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa f/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (24/02/2013)
Mentre Gesù pregava il suo volto cambiò di aspetto (Lc 9,29)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Una fede consolidata (22/02/2013)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 1.2016)
  di Marinella Perroni (VP 1.2013)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Giorgio Trevisan)


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