19a domenica del T.O. (A)
Appunti per l'omelia
Gesù ha sfamato una moltitudine moltiplicando cinque pani e due pesci. Questo miracolo straordinario ha suscitato un'ondata di entusiasmo "messianico" tra la folla, col pericolo di un movimento politico incontrollabile. Gesù, allora, «subito costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva».
Poi, «congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare». Nella solitudine riempita dalla presenza di suo Padre e vissuta nel colloquio con Lui, Gesù ritempra le forze e rigenera la propria adesione alla sua volontà.
Nel racconto evangelico odierno (cf Mt 14,22-33), due scene si corrispondono per contrasto. Nella prima, Gesù senza i discepoli, solo sul monte in compagnia di suo Padre e immerso in Lui. Nell'altra, i discepoli senza Gesù, soli con se stessi, sulla barca «agitata dalle onde, a causa del vento contrario». Non è difficile riconoscere qui un'immagine della Chiesa in rotta di navigazione verso l'altra riva nel mare tempestoso della storia. La Chiesa nel tempo della prova, quando si sente aggredita dai flutti della persecuzione, dell'ostilità, dell'indifferenza alla sua missione; quando nella comunità cristiana la "missione" sembra languire, perché si è affievolita la "comunione" con Cristo e tra fratelli; quando la Chiesa sembra abbandonata a se stessa, perché il suo Signore, ormai salito al cielo, si è reso invisibile e pare lontano, assente.
La barca in balia delle onde richiama anche simbolicamente l'esistenza di una persona, di una famiglia, di una comunità. Quante volte forse, sotto il peso di molteplici sofferenze fisiche e morali, scossi dal dubbio, dalla paura del futuro e anche dalla crisi di fede, stanchi di lottare nelle "tempeste" della vita, abbiamo avuto come l'impressione che la nostra "barca" stesse per colare a picco...
Ma «sul finire della notte Egli andò verso di loro camminando sul mare». Gesù non abbandona i suoi, anche se essi lo pensano. "Va da loro", come quando la sera di Pasqua, dopo la prova estrema e tremenda della sua morte, incontrerà di nuovo i suoi discepoli.
Non può stare senza di loro. Li raggiunge in un modo strano e imprevedibile, camminando sulle acque. Nella Bibbia l'acqua, soprattutto l'acqua agitata del mare, indica una forza negativa, ostile a Dio e agli uomini, una potenza di morte. Soltanto Dio ha il potere di padroneggiarla. Lui, il Creatore, il Signore e il Liberatore del suo popolo, "cammina sul mare" (cfr Is 43,16;51,10; Sal 77,20-21; Gb 9,8.11). In tal modo Gesù mostra di avere lo stesso potere di Dio.
È quanto riconosceranno i discepoli, proclamando: «Davvero tu sei il Figlio di Dio!». Ma per il momento i loro occhi sono impediti dall'incredulità e lo scambiano per un «fantasma», per qualcosa di non reale, di inesistente, e si mettono a «gridare dalla paura». Ma Gesù rivolge loro la sua parola: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Un appello alla fiducia, che si fonda su una assicurazione: «Sono io!».
A questo punto Pietro chiede un altro segno che convalidi il riconoscimento: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». E Gesù: «Vieni!». È semplicemente grandiosa e suggestiva la scena di Pietro che va verso Gesù, o meglio di Gesù e di Pietro che si vengono incontro camminando sulla cresta dell'onda tempestosa, dominandola. Finché regge, però, la fede dell'Apostolo. Finché la sua attenzione è concentrata interamente su Gesù. Quando però comincia a ripiegarsi su se stesso, quasi compiacendosi della propria capacità, e quando considera la forza del vento, perde di vista il Signore e viene meno la fiducia totale in Lui, allora comincia ad affondare. È in questo frangente drammatico e irreparabile che la fede di Pietro ha come un soprassalto e, raccogliendo tutte le sue energie, si esprime nell'invocazione accorata: «Signore, salvami!». «E subito Gesù tese la mano, lo afferrò».
È il gesto di Dio che salva. In Gesù Dio continua a liberare i suoi miseri che lo invocano. A Pietro Gesù non risparmia, però, un rimprovero: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Gesù "salva" Pietro e i discepoli "di poca fede". Così la comunità, superata la prova, "il vento contrario", raggiunge la fede sicura ed esplicita, che esprime in una confessione unanime e corale: «Davvero tu sei il Figlio di Dio!».
La Chiesa, raffigurata dalla barca che porta i discepoli con Pietro e Gesù in mezzo a loro, continua il suo cammino nella fede e nel continuo richiamo ad affidarsi al suo Signore.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Uomo di poca fede, perché hai dubitato? (Mt 14,31)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Gianni Cavagnoli (VP 2014)
• di Marinella Perroni (VP 2011)
• di Enzo Bianchi
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