11a domenica del T.O. (C)
Appunti per l'omelia
Davide si è macchiato di un duplice crimine: ha commesso adulterio con la moglie di un suo soldato e poi ha fatto in modo che venisse ucciso. Il suo comportamento, ai più rimasto nascosto, è "male agli occhi del Signore" (cf 2Sam 12,7-13). È la denuncia perentoria del profeta Natan che smaschera il suo peccato e la sua ipocrisia. Ma la confessione di Davide è sincera, umile, e manifesta un pentimento totale.
L'esperienza del perdono di Dio viene espressa nel racconto evangelico dell'incontro di Gesù con la peccatrice, durante un pranzo nella casa del fariseo, dove Gesù è stato invitato.
Questo episodio (Lc 7,36-50) è un'illustrazione concreta del rapporto di attenzione preferenziale da parte di Gesù nei confronti dei peccatori e delle donne in particolare ed evidenzia la misericordia paterna di Dio verso tutti i perduti, i poveri, i discriminati ed emarginati di ogni specie.
Durante il pranzo abbiamo la scena della "peccatrice", conosciuta e ritenuta tale da tutti, probabilmente prostituta, che si getta ai piedi di Gesù: piange tanto che le sue lacrime inondano i piedi di Gesù e glieli asciuga con i suoi capelli sciolti, poi li bacia e li unge con olio profumato. Tutti gesti che esprimono umiltà, venerazione per il Maestro, amore forte per Lui.
Gesù la lascia fare provocando sconcerto nei commensali e scandalo nel fariseo che lo ha invitato, che ritiene per certo che Gesù, a questo punto, non è un profeta, perché non sa appunto chi è la donna che lo tocca e l'impurità che gli fa contrarre.
Gesù, nel confrontare i gesti della donna e quelli del fariseo verso di lui, porta all'affermazione chiave di tutto l'episodio: «Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato».
L'amore espresso dalla donna è conseguenza del perdono ricevuto. Dato che mostra così grande amore, si può arguire che le è stato condonato un grande debito. L'affermazione avrebbe lo stesso significato di quella che segue e che dice il senso della parabola: «Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Gesù fa capire al fariseo che la donna ha fatto un'esperienza che a lui manca: ha sperimentato l'amore gratuito di Dio per lei e in questa novità del perdono ha ricevuto la capacità di amare in modo nuovo.
Se la parabola evidenzia l'amore della donna come risposta al perdono ricevuto e frutto del perdono, la descrizione dei gesti che essa compie mette in luce la forza di un amore tenero e appassionato, una conversione piena, una relazione totale alla persona di Gesù. Sono le qualità della fede vera, come Gesù stesso riconoscerà, assicurandola: «La tua fede ti ha salvato».
Alla peccatrice Gesù accorda il perdono: «I tuoi peccati sono perdonati». Perdonati da Dio, s'intende. Gesù, però, non le annuncia soltanto che Dio l'ha perdonata, ma è Lui stesso che le concede il perdono in nome di Dio. È attraverso di Lui che Dio la perdona. Così intendono i convitati, che non nascondono il proprio stupore. «Va' in pace»: rimettiti in cammino nella libertà, nel rapporto pienamente ricuperato con Dio e con i fratelli.
«I tuoi peccati sono perdonati». Chi ha ricevuto il perdono, vale a dire è stato "giustificato", reso cioè giusto da Dio ai suoi occhi, viene a trovarsi in una forma di esistenza radicalmente nuova (cf Gal 2,16-21): «Non vivo più io, ma Cristo vive in me». Cristo prende possesso della mia vita. Egli diventa il soggetto che pensa, ama, opera in me. Ma non senza di me!
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
La tua fede ti ha salvata; va' in pace (Lc 7,50)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2013)
• di Claudio Arletti (VP 2010)
• di Enzo Bianchi
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