Solennità di Tutti Santi
Appunti per l'omelia
La solennità di Tutti i Santi ci introduce nella contemplazione della pienezza del nostro essere figli di Dio. Ci ricorda l'Apostolo Giovanni: «Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! (…) Fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (Cf 1Gv 3,1-3).
Il nostro essere figli nel Figlio di Dio ci fa sperimentare la realtà delle beatitudine proclamate da Gesù nel vangelo (cf Mt 5,1-12).
Il "beati!", che Gesù ripete nove volte come un ritornello martellante, è un appello a dare libero sfogo alla propria felicità. La serie di "beati!", che sembra non volersi arrestare, dice una felicità completa a cui non manca nulla per essere piena e traboccante. Il "beati!" viene poi ripreso e spiegato nel duplice imperativo finale: è una gioia interiore e profonda, non superficiale, che si esprime anche esternamente in modo esplosivo e contagioso, in un grido di "esultanza": «Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Per i Santi, la "ricompensa grande nei cieli" è già una realtà. Per noi invece, ancora in cammino, l'azione benevola di Dio in nostro favore è ancora oggetto di speranza; ma già possiamo sperimentarla, sia pure in modo iniziale e imperfetto.
Questo intervento di Dio, Gesù lo descrive con una ricca varietà di immagini:
«Saranno consolati» (da Dio). Dio cambierà il nostro destino di dolore in una esistenza di gioia: ci farà gustare la sua tenerezza paterna e materna insieme.
«Erediteranno la terra», vale a dire uno spazio di vita sicura, illimitata, ricca di ogni bene e di comunione con Dio e con gli altri. È la vita eterna.
«Saranno saziati» (da Dio). Dio appagherà al di là di ogni attesa e misura il nostro desiderio di felicità. Ci ammetterà al banchetto, alla festa finale del Regno.
«Troveranno misericordia». Faremo l'esperienza del perdono di Dio, dell'infinita sua misericordia.
«Vedranno Dio». Dio ci ammetterà all'incontro personale e immediato con Lui. È il culmine della felicità: l'incontro del Padre con i suoi figli.
«Saranno chiamati figli di Dio». Dio ci riconoscerà apertamente come i suoi figli. Ci accoglierà nella sua famiglia divina, nel seno della Santissima Trinità.
«Di essi è il Regno dei cieli». Il Regno, cioè, Dio stesso che interviene in nostro favore e si dona a noi. Questa beatitudine fa di noi i "proprietari" e gli eredi di diritto del Regno. Questa espressione apre e chiude la serie delle beatitudini e ne manifesta in sintesi il contenuto.
Veramente abbiamo qui il cuore del Vangelo: il nostro Dio ci vuole semplicemente felici, felici della sua stessa felicità.
Ciò che sta più a cuore a Dio è vederci felici. E Lui lo farà!
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Mt 5,8)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Vedi anche i post:
La gioia del Cielo (1° novembre 2012)
Le Beatitudini, unità con i Santi (1° novembre 2011)
Commento alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2013)
• di Claudio Arletti (VP 2010)
• di Enzo Bianchi
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