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mercoledì 23 ottobre 2013

Pregare sempre: essere Gesù!


Mi sono soffermato sul quel richiamo di Gesù a «pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1).
A questo proposito riporto alcuni passi di sant'Agostino, tratti dalla Lettera a Proba. Essi dicono:
«Manteniamo sempre vivo il desiderio della vita beata, che ci viene dal Signore Dio e non cessiamo mai di pregare. Ma, a questo fine, è necessario che stabiliamo certi tempi fissi per richiamare alla nostra mente il dovere della preghiera, distogliendola da altre occupazioni o affari, che in qualche modo raffreddano il nostro desiderio, ed eccitandoci con le parole dell'orazione a concentrarci in ciò che desideriamo. Facendo così, eviteremo che il desiderio, tendente a intiepidirsi, si raffreddi del tutto o si estingua per mancanza di un frequente stimolo.
La raccomandazione dell'Apostolo: "In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste" (Fil 4,6) non si deve intendere nel senso che dobbiamo portarle a conoscenza di Dio. Egli infatti le conosceva già prima che fossero formulate. Esse devono divenire piuttosto maggiormente vive nell'ambito della nostra coscienza. Esse, poi, devono contare su un atteggiamento fatto di fiduciosa attesa dinanzi a Dio, più che ambire la manifestazione reclamistica dinanzi agli uomini.
Stando così le cose, non è certo male o inutile pregare a lungo, quando si è liberi, cioè quando non si è impediti dal dovere di occupazioni buone o necessarie. Però anche in questo caso, come ho detto, si deve sempre pregare con quel desiderio. Infatti il pregare a lungo non è, come qualcuno crede, lo stesso che pregare con molte parole. Altro è un lungo discorso, altro uno stato d'animo prolungato.
Sappiamo che gli eremiti d'Egitto fanno preghiere frequenti, ma tutte brevissime. Esse sono come rapidi messaggi che partono all'indirizzo di Dio. Così l'attenzione dello spirito, tanto necessaria a chi prega, rimane sempre desta e fervida e non si assopisce per la durata eccessiva dell'orazione.
Lungi dunque dalla preghiera ogni verbosità, ma non si tralasci la supplica insistente, se perdura il fervore e l'attenzione. Il servirsi di molte parole nella preghiera equivale a trattare una cosa necessaria con parole superflue.
Il pregare consiste nel bussare alla porta di Dio e invocarlo con insistente e devoto ardore del cuore».

Ma per noi, la cui vita è scandita dalle molteplici attività, dagli impegni di lavoro, di famiglia, come è possibile «pregare sempre», ed essere in Dio come dovremmo?

Mi sono state di luce queste parole di Chiara Lubich, che parlano della nostra preghiera: «Come fare a pregare sempre? Era chiaro che ciò non poteva verificarsi moltiplicando gli atti di preghiera…
Si poteva pregare sempre, essendo Gesù. Gesù, infatti, prega sempre. Se in qualsiasi nostra azione non fossimo stati noi a vivere, ma Cristo in noi, la giornata sarebbe stata una preghiera continua. E ciò era possibile se avessimo impostata la vita sull'amore, se fossimo stati una viva espressione della parola "amore", sintesi di tutta la Legge e i Profeti».

Così la nostra vita diventa una vita donata all'amore del prossimo ed il nostro servizio un'icona della diaconia di Cristo: siamo nel modo, come Gesù, manifestazione dell'amore di Dio, perché pieni di Lui e tutti e sempre "rivolti" verso di Lui.
Il nostro amore, non è filantropia, ma amore soprannaturale, "carità", vita di Dio, alimentata da quel continuo colloquio del cuore che dà senso e spessore a tutta la nostra esistenza.

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