Il digiuno invita quindi "ogni cristiano a non più vivere per se stesso, ma per colui che lo amò e diede se stesso per lui, e ... anche a vivere per i fratelli".
In altre parole ci aiuta ad "allontanare tutto ciò che distrae lo spirito per intensificare ciò che nutre l'anima aprendola all'amore di Dio e del prossimo".
Se amo di più Dio, amo di più il mio prossimo. Al tempo stesso volgere il cuore a chi è nel bisogno è entrare nella dimensione del cuore di Dio.
Mi privo di qualcosa per essere, ed essere un dono per gli altri, con la mia persona e con le mie cose.
"Il digiuno ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli". Infatti, "se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore di Dio? (1Gv 3,17)".
È nell'amore che io scopro la necessità di privarmi di qualcosa, perché l'amore fa circolare i beni e mi fa sperimentare Dio presente in mezzo agli uomini. Mi facilita l'ascolto della sua Parola, per uniformarmi ad essa, per "saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio".
Ma non amo Dio, se non amo il mio prossimo!
"Digiunare volontariamente ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china e va in soccorso del fratello sofferente. Scegliendo liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri, dando ai poveri quanto, grazie al digiuno, è stato messo da parte, mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo".
È questa una prassi comunitaria di vivere il digiuno; è essere poveri per sostenere chi è nel bisogno e crescere così come comunità di persone che sanno accogliersi reciprocamente, perché l'amore che le spinge è un amore che ha in Dio la sua origine. E a Dio si dà tutto: infatti, "il digiuno ha come sua ultima finalità di aiutare ciascuno di noi a fare di sé dono totale a Dio".
Bondì Gjgi...
RispondiEliminaPrima di calarmi nei commenti sul tuoi post (che vanno letti con almeno un minimo di attenzione) ti ringrazio per la tua visita.
Io sono di Tolmezzo, nativa di un paesino a 6 km che si chiama Fusea.
Un gioiello nel verde, adatto per riavvicinare alla spiritualità.
Tra l'altro, proprio domani e domenica, come gruppo catechisti, ci sposteremo a Sauris di Sopra (altra meta carnica di grande fascino naturalistico) per il Ritiro quaresimale.
Spero di reincontrarti... e anche io mi avventuro poco con il friulano scritto. E' sì la mia lingua quotidiana ma parlarlo è una cosa, scriverlo è ben diverso.
Mandi ci cur e sperin di torna a cjatasi!