"Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori...".
"Perdonate e vi sarà perdonato...".
"Nella misura con cui misurate sarà misurato a voi...".
"Non giudicate e non sarete giudicati...".
Gli uomini continueranno a giudicarmi...
Ma alla fine sarà Gesù che mi giudicherà, secondo quanto detto: è il suo giudizio che conta!
Non giudicare, in ultima istanza, è accogliere, reciprocamente, nella misericordia.
È la comunità, perché formata da persone che vivono in comunione, il luogo dove farmi giudicare... Gesù presente fra coloro che sono uniti nel suo nome, in Lui, nella sua Persona, nell'amore, è il vero giudice di Se stesso, perché Lui ama noi come Sé. Porta a compimento nella reciprocità il comando antico dell'amore.
Ognuno è corresponsabile di questo "luogo del giudizio" che è il Corpo di Cristo, ciascuno secondo la propria chiamata. Chi è animatore di questa comunione, come chi esercita un servizio qualificato, è a sua volta "animato" dai fratelli che gli sono affidati, perché noi siamo sì "per" gli altri, ma siamo contemporaneamente anche "con" gli altri: insieme formiamo l'unico Corpo.
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