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sabato 29 febbraio 2020

Cenere e vita



Mi hai fatto dono della vita e dell'amore,
mi hai affidato la pace e il perdono,
hai messo nelle mie mani la passione per la giustizia,
mi hai reso responsabile della gioia e del futuro del mondo.

Ho deciso di fare a modo mio, di testa mia
e tutto è partito in fumo
a causa della mia indifferenza, della mia scarsa volontà.
É quello che io riconosco
come il "mio peccato".

Ecco, Signore, quello che resta,
le ceneri della bellezza passata,
le ceneri del tuo progetto irrealizzato,
le ceneri di una fraternità che era possibile,
le ceneri della tua immagine che avevi posto dentro di me.

Ma per te niente è irrimediabile:
tu puoi rendere anche alle ceneri
la forza di germogliare
e di far spuntare la vita.

Ecco perché oggi vengo a te come un povero:
le mie mani sono vuote di risultati e di frutti.
Ecco perché oggi vengo a te come un pellegrino:
la polvere della strada si è attaccata ai vestiti
ma soprattutto al mio cuore.
Ed ecco perché oggi vengo a te con fiducia:
anche dalle mie ceneri tu puoi far rinascere la vita.

E allora prenderò le ceneri
le spargerò sulla mia terra
perché possa un giorno donare frutto.
Le prenderò sulla fronte o nelle mani
così come si accoglie una promessa di vita.
Se tutti vedono le ceneri del fallimento,
io penserò all'inizio di una vita nuova.

(T.G.)

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La poesia, dono di un amico

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