Nell'ultima ora di quest'anno che finisce, cantiamo nuovamente il Te Deum di ringraziamento al Verbo che si è fatto carne, al Padre che lo ha inviato, allo Spirito Santo che ci ricorda ogni sua parola per aiutarci a leggere i segni dei tempi, nella nostra vita e nei percorsi del mondo.
È il dono inestimabile dell'essere cristiani questa possibilità di fare un bilancio dell'anno trascorso guardando avanti e non soltanto indietro, di vivere nella speranza anche se il nostro temporaneo bilancio è in rosso, di scorgere luce anche se siamo nel dolore, di godere la felicità con lo sguardo colmo di gratitudine per Chi è la fonte della felicità.
Nel Te Deum ringraziamo per i doni ricevuti, ma ancor più per quello decisivo che ci attende: «Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli». E chiediamo sostegno per andare avanti fino al giorno che non sappiamo, ma non dobbiamo stancarci di attendere: «Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli».
Qualunque sia il totale provvisorio del bilancio di un anno, possiamo esclamare: «Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno».
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