1a domenica di Quaresima (C)
Deuteronomio 26,4-10 • Salmo 90 • Romani 10,8-13 • Luca 4,1-13
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Appunti per l'omelia
Gesù gli rispose: «Sta scritto…»
Per salvare il mondo, Gesù non sceglie le strategie che sembrano avere più successo, neppure quelle che sembrano nascere da un "potere divino", ma fa proprio il metodo del Padre espresso nella Parola. Per diffondere l'amore fraterno, per attirare le persone al Vangelo, siamo chiamati ad essere come Lui, a scartare la tentazione di ogni forma di "potere", anche quello religioso.
Al tempo stesso, comunicare il Vangelo, come ha fatto Gesù, attuare il suo invito alla conversione («Convertitevi e credete al Vangelo») è un dono che dà senso nuovo alla vita. Convertirsi, infatti, significa orientarsi nella direzione giusta.
Non possiamo tenere il vangelo, la "buona notizia", per noi. I più poveri tra i poveri sono proprio coloro che non hanno la "gioia" della fede.
La conversione, che è un cambiamento della mentalità, ci pone nella condizione di cambiare anche le "strutture", le presunzioni e situazioni di potere: soltanto una struttura illuminata dall'amore può portare un soffio di vita nuova nella società.
Allora è opportuno chiederci: anche per noi il dono del Vangelo è la "suprema carità", il più bel servizio che possiamo fare all'umanità? e chi sono i cosiddetti "lontani" nel mio ambiente?
Per poter "evangelizzare" occorre "evangelizzarsi": lo «Sta scritto» che vale per Gesù (e in certo senso anche Lui si evangelizza!) vale per noi. La "nuova evangelizzazione", di cui oggi si parla e di cui è espressione anche l'Anno santo della Misericordia celebrato tre anni fa, non è lo studio o il parlare del Vangelo: è vivere il Vangelo… prima di organizzare opere di carità, prima di organizzare il culto e i gruppi di preghiera, prima di organizzare la catechesi e la teologia. Evangelizziamo nella misura in cui traduciamo il Vangelo in vita, nella vita di tutti i giorni. Il Vangelo ci porta a scoprire un' "arte" di amare: un amore per tutti, un amore che parte per primo, che si "fa uno" con chiunque, perché vede in ogni prossimo un Gesù che vive o vuole vivere.
In questo senso possiamo riscoprire le opere di misericordia, corporali e spirituali, riscoperta a cui ci ha invitati Papa Francesco con l'Anno della Misericordia tre anni fa:
«È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. […] Non dimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: « Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore» (dalla Misecordiae vultus, Bolla d'indizione dell'Anno della Misericordia).
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gesù era guidato dallo Spirito nel deserto (Lc 4,1)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Non di solo pane vivrà l'uomo (Lc 4,4) - (14/02/2016)
(vai al testo)
• Gesù era guidato dallo Spirito nel deserto (Lc 4,1) - (17/02/2013)
( vai al testo…)
• Il Signore, Dio tuo, adorerai (Lc 4,8) - (19/02/2010)
(vai al post "La preghiera, respiro dell'anima")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• La vera forza viene dalla fiducia in Dio (12/02/2016)
• Un profondo atto di fede (15/02/2013)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2019)
• di Luigi Vari (VP 1.2016)
• di Marinella Perroni (VP 1.2013)
• di Claudio Arletti (VP 1.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
(Illustrazione di Stefano Pachì)
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