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sabato 2 marzo 2019

"Vedere" il fratello come lo vede il Padre


8a domenica del Tempo ordinario (C)
Siracide 27,4-7 • Salmo 91 • 1 Corinzi 15,54-58 • Luca 6,39-45
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Domenica scorsa Gesù ci ha fatto delle proposte umanamente sconvolgenti: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano».
Per Gesù il centro di gravità non è l'io, ma l'altro con me, l'altro scoperto uguale a me, creati in dono l'uno per l'altro. Tutti si è "figli dell'Altissimo", dello stesso Padre che "è benevolo verso gli ingrati e i malvagi". Un Padre che è tale non perché "chiude un occhio" sull'ingratitudine e sulla malvagità, ma che continua a vedere in ogni persona l'immagine di un "figlio" suo, creato ad immagine e somiglianza sua. E se chiede di non essere ingrati e malvagi, non lo fa perché si sente "offeso", ma perché vede che in questo modo i suoi figli offendono se stessi, non riconoscendo più in se stessi la dignità più vera e profonda.

Perché guardi la paglizza…?
La "trave" che Gesù chiede di togliere dal proprio occhio è l'incapacità di cogliere questa dignità originaria e unica in se stessi e negli altri. Solo quando ho questo "occhio" che mi fa vedere nell'altro un "figlio" dello stesso Padre, allora l'amore mi spinge ad aiutare il fratello a togliere la "pagliuzza", non perché questo mi offende o mi dà fastidio, ma perché desidero il fratello o la sorella "belli" come li vede il Padre!
Con i paragoni che fa (il cieco che guida un altro cieco, la pagliuzza e la trave nell'occhio, l'albero buono e l'albero cattivo) Gesù dà l'impressione immediata di richiamare l'attenzione sulle opere da compiere, come se dicesse: sarete giudicati in base ai segni che saprete costruire,e non prima di tutto sulla base del messaggio che saprete offrire.

L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene
Gesù vuole richiamare la nostra attenzione sulla "sorgente" delle nostre azioni buone o cattive. Il vero problema è di cambiare l'interno, il cuore, la "sorgente". Per questo Luca ricorda che "l'uomo buono dal suo cuore trae fuori il bene".
Nel linguaggio di Gesù il cuore, che qui è paragonato ad un deposito, è il nocciolo della personalità, il punto centrale che colora di sé pensieri, atteggiamenti e azioni.
Allora Gesù ci propone per prima cosa di coltivare un cuore buono. Perché non si tratta solo di fare cose "di cuore"; sappiamo infatti per esperienza che si possono fare di cuore anche cose sbagliate. Occorre far partire le nostre azioni e i nostri atteggiamenti da un "cuore buono", retto, capace di discernere il giusto e l'ingiusto, soprattutto capace di guardare ogni persona con l' "occhio" del Padre.

Dice un proverbio tibetano: «Un giorno, camminando in montagna, ho visto da lontano una bestia. Avvicinatomi, mi sono accorto che era un uomo. Giungendo di fronte a lui, ho visto che era mio fratello!».

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
L'uomo buono dal suo cuore trae fuori il bene (Lc 6,45)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Stefano Pachì)

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