26a domenica del Tempo Ordinario (B)
Numeri 11,25-29 • Salmo 18 • Giacomo 5,1-6 • Marco 9,38-43.45.47-48
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Appunti per l'omelia
Non era dei nostri…
…è un nostro pericoloso rivale, cura le persone ricorrendo al Tuo nome e noi lo abbiamo diffidato perché "non ci segue".
Non dicono che non segue Gesù, ma che non segue loro, implicitamente affermano la loro superiorità, dimenticando l'ammonimento di Gesù "Chi vuol essere il primo…").
Anche nelle nostre comunità compaiono spesso gelosie e invidie. Sono il sintomo inequivocabile che l'incarico che ci è stato affidato non è più un servizio, un atto d'amore, ma un espediente per affermarsi, per ritagliarsi uno spazio di potere dal quale allontanare chiunque proponga cambiamenti o si offra di collaborare.
Chi scandalizza…
Scandalo è l'ostacolo che intralcia il cammino di fede del discepolo, che è il "piccolo" di cui si parla nel vangelo.
Lo scandalo, di cui parla Gesù, nasce dall'orgoglio, dalla smania per il potere e dalla volontà di dominare sugli altri. Conflitti, divisioni, scismi nella Chiesa nascono dalle ambizioni.
È uno spettacolo poco edificante vedere cristiani che litigano per avere i primi posti, come ci rammenta san Giacomo nella sua lettera (cfr. Gc 2,1-5).
Se la tua mano… Se il tuo piede… Se il tuo occhio…
Sono organi che, al tempo di Gesù, indicavano gli impulsi al male, la concupiscenza, le inclinazioni che allontanano da Dio.
Vanno eliminati il dito puntato nell'arrogante atteggiamento di chi, urlando, impone sempre la propria volontà, le mani che rubano, gli sguardi altezzosi che rivelano senso di superiorità e cupidigia, i piedi che corrono verso la vendetta assecondando i rancori, gli occhi invidiosi e sospettosi che creano situazioni insostenibili nella comunità dove i fratelli arrivano a non rivolgersi più neanche la parola.
Tutto questo deve essere tagliato. Perciò chi non ha il coraggio di tagliare, di amputare queste occasioni di peccato, chi accontenta i suoi capricci, chi non controlla le proprie passioni corre il rischio di precipitare nella Geenna.
Gettato nel mare… Gettato nella Geenna…
L'essere gettato in mare era considerato dai Giudei il supplizio più infamante perché rendeva impossibile la sepoltura del cadavere.
La Geenna era il luogo dove si bruciavano i rifiuti della città, considerata immonda e maledetta perché alcuni re di Israele vi avevano immolato alcuni figli a Baal.
Sono immagini che scuotono la coscienza di chi trascura il rapporto d'amore verso Dio e verso il prossimo.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi non è contro di noi è per noi (Mc 9,40)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
• È meglio per te entrare nella vita... (Mc 9,43) - (27/09/2015)
(vai al testo…)
• Chiunque vi darà un bicchiere d'acqua non perderà la sua ricompensa (Mc 9,41) - (30/09/2012)
(vai al testo…)
• Fossero tutti profeti nel popolo del Signore (Num 11,29) - (18/09/2009)
(vai al post "Dire Dio con la vita")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• Un mondo dove tutti sono dei nostri (25/09/2015)
• Apertura e capacità di dialogo (28/09/2012)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
• di Luigi Vari (VP 8.2015)
• di Marinella Perroni (VP 8.2012)
• di Claudio Arletti (VP 8.2009)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
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