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venerdì 25 settembre 2009

Dire Dio con la vita

27 settembre 2009 – 26a domenica del Tempo ordinario (B)

Parola da vivere


Fossero tutti profeti nel popolo del Signore (Nm 11,29)


Il popolo di Israele sta attraversando il deserto, dove incontra tante difficoltà. Ma Dio non abbandona i suoi eletti e rivolgendosi a Mosè lo invita a scegliere settanta anziani. Su di loro avrebbe inviato lo Spirito, che già è presente in Mosè stesso. Essi lo avrebbero aiutato nel suo compito di guida. Dio mantiene la sua promessa, come al solito in maniera sovrabbondante. Infatti troviamo un caso di profezia non controllato istituzionalmente e rispetto al quale Mosè, contrariamente all'invito di Giosuè a impedirlo, si comporta con tolleranza e apertura. Anzi augura che lo Spirito di profezia si diffonda sull'intero popolo. Mosè, uomo di Dio dal cuore grande, accoglie il bene anche quando questo si manifesta in forme non pienamente controllate dall'istituzione.
Questo augurio di Mosè si è realizzato in noi cristiani. A partire dal Battesimo, come Gesù siamo sacerdoti, re e profeti. La profezia non è la proprietà di chi sa predire il futuro, ma è il dono di chi sa parlare al posto e in nome di un Altro. Per noi cristiani essere profeti significa far sì che la nostra vita esprima Dio. E poi questa parola ci invita ad avere un cuore magnanimo che sa cogliere il bene dovunque è presente: anche questo fa parte dell'essere profeta.


Testimonianza di Parola vissuta


Vicino a noi abitava Assan e trovandomi un giorno a consegnare i bollettini parrocchiali ai suoi vicini, ho pensato di suonare il campanello della sua abitazione. Mi sono presentata offrendo anche a lui il foglietto parrocchiale spiegandogli di cosa si trattava. Lui lo ha accettato perché sapeva leggere l'italiano e ho visto in lui una apertura al dialogo. Abbiamo iniziato una breve conversazione venendo così a sapere che era in attesa che arrivasse la moglie e la figlioletta dal Marocco.
Fu così, che qualche tempo dopo, ho conosciuto Aisha, e piano piano è nata tra noi una stima e un'amicizia reciproca fatta di piccoli gesti di amore concreto e di grande ospitalità da parte loro.
Spesso, conversando tra noi, si finiva per parlare di Dio. Sentendo in lei questo grande amore e devozione per Dio, ho iniziato piano piano a leggerle qualche frase del Vangelo che mi sembrava universale, tratta dal foglio della Parola.
Da qualche anno mi chiede di portarselo a casa per sottolinearsi quelle frasi che, come dice lei: "le fanno tanto bene al cuore".

(Francesca M., VI)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

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