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venerdì 7 aprile 2017

Morire d'amore è cosa da Dio


Domenica delle Palme (A)
Isaia 50,4-7 • Salmo 21 • Filippesi 2,6-11 • Matteo 26,14 - 27,66
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Pilato, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso
In questa settimana per due volte la Chiesa si raccoglie nella lettura della Passione di Cristo, del patire di un Dio appassionato. Il racconto della morte di Gesù in croce è la lettura più bella e regale di tutto l'anno. E mentre i credenti di tutte le fedi invocano Dio nei giorni della loro sofferenza, ora i cristiani vanno a Dio nei giorni della sua sofferenza.

Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni…
Ha salvato altri non può salvare se stesso…
La croce è l'immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso.
Un uomo con le braccia spalancate in un abbraccio che non si rinnegherà in eterno. Un uomo che non chiede niente per sé, non grida da lì in cima: ricordatemi, cercate di capire, difendetemi... Fino all'ultimo dimentica se stesso e si preoccupa di chi gli muore a fianco: oggi, con me, sarai nel paradiso.

Davvero costui è il Figlio di Dio!
La vicenda drammatica del Calvario ruota attorno alle due cose che toccano il nervo di ogni vita: l'amore e il dolore, la lingua universale dell'uomo. Lo ha capito per primo, non un discepolo, ma un estraneo. Alla morte di Gesù, infatti, il primo atto di fede è quello di un lontano, un centurione pagano: "Davvero costui era figlio di Dio!".
Non da un sepolcro che si apre, non dallo sfolgorio di luce, di un sole mai visto, no, ma davanti e dentro la tenebra del venerdì, vedendolo sulla croce, sul patibolo, sul trono dell'infamia, questo soldato esperto di morte dice: era figlio di Dio. Morire così è rivelazione. Morire d'amore è cosa da Dio.

Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. Per trascinarlo fuori, in alto, con sé. La croce è l'abisso dove Dio diviene l'amante. È qualcosa che mi stordisce: un Dio che mi ha lavato i piedi e non gli è bastato, che ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato. Lo vedo pendere nudo e disonorato, e devo distogliere lo sguardo. Poi giro ancora la testa e riguardo la croce e vedo uno a braccia spalancate che mi grida: ti amo.

(spunti da Ermes Ronchi)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Sei tu il re dei Giudei? (Mt 27,11)
(vai al testo…)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Padre, si compia la tua volontà (Mt 26,42) - (13/04/2014)
(vai al testo…)
 Obbediente fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2,8) - (17/04/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Vegliare e soffrire con Lui (11/04/2014)

Commenti alla Parola:
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 3.2014)
  di Marinella Perroni (VP 3.2011)
  di Enzo Bianchi


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