Battesimo del Signore (A)
Isaia 40,1-5.9-11 • Salmo 103 • Tito 2,11-14;3,4-7 • Luca 3,15-16.21-22
(Visualizza i brani delle Letture)
Appunti per l'omelia
Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui
Gesù si mette in fila con i peccatori, lui che era il puro di Dio, in fila, come l'ultimo di tutti. Ed entra nel mondo dal punto più basso, perché nessuno lo senta lontano, nessuno si senta escluso.
Gesù tra i peccatori appare fuori posto, come se fosse saltato l'ordine normale delle cose. Giovanni non capisce e si ritrae.
"Lascia fare per ora…"
Gesù risponde a Giovanni che proprio questo è l'ordine giusto: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». La nuova giustizia consiste in questo ribaltamento che annulla la distanza tra il Puro e gli impuri, tra Dio e l'uomo.
Ed ecco si aprirono i cieli… Ed ecco una voce dal cielo…
Si aprirono i cieli e lo Spirito di Dio - che è la pienezza dell'amore, dell'energia, della vita di Dio - scende come una colomba sopra Gesù. E una voce diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Questo fatto eccezionale, che avviene in un luogo qualsiasi e non nei recinti del sacro, lo strapparsi dei cieli con la dichiarazione d'amore di Dio e il volo ad ali aperte dello Spirito, è avvenuto anche per noi, ciò che il Padre dà a Gesù è dato ad ognuno. Lo garantisce un'espressione emozionante di Gesù: Sappiano, Padre, che li hai amati come hai amato me (Gv 17,23).
Dio ama noi come ha amato Gesù, con la stessa intensità, la stessa passione, lo stesso slancio. Dio preferisce ciascuno, ognuno è figlio suo prediletto.
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento
Per il Padre io come Gesù, la stessa dichiarazione d'amore, le stesse tre parole: Figlio, amato, mio compiacimento.
Figlio è la prima parola. Un termine tecnico nel linguaggio biblico, dal significato preciso: «figlio» è colui che compie le stesse opere del Padre, che fa ciò che il padre fa', che gli assomiglia in tutto.
Amato. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ad ogni risveglio il tuo nome per Dio è «amato». Immeritato, pregiudiziale, immotivato amore.
Mio compiacimento. Termine inusuale ma bellissimo, che deriva dal verbo «piacere»: tu mi piaci, mi fai felice, è bello stare con te. Ma quale gioia, quale soddisfazione può venire al Padre da questa canna fragile sempre sul punto di rompersi che sono io, da questo stoppino fumigante? Eppure «la sua delizia è stare con i figli dell'uomo» (Prov. 8,31), stare con me.
Al nostro Battesimo, esattamente come al Giordano, una voce ha ripetuto: Figlio, tu mi assomigli, io ti amo, tu mi dai gioia. Hai dentro il respiro del cielo, il soffio di Dio che ti avvolge, ti modella, trasforma pensieri, affetti, speranze, ti fa simile a me.
Ad ogni mattino, anche i più oscuri, inizia la tua giornata ascoltando per prima la Voce del Padre: Figlio, amore mio, mia gioia. E sentirai il buio che si squarcia e l'amore che spiega le sue ali dentro di te.
(spunti da Ermes Ronchi)
-------------
Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gesù venne da Giovanni per farsi battezzare (Mt 3,13) – (08/01/2017)
(vai al testo)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (12/01/2014)
(vai al testo)
• In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (09/01/2011)
(vai al testo)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Siamo diventati Cristo (10/01/2014)
Commenti alla Parola:
• di Cettina Militello (VP 11.2016)
• di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013)
• di Marinella Perroni (VP 11.2010)
• di Enzo Bianchi
(Illustrazione di Stefano Pachì)
Nessun commento:
Posta un commento