Riprendo le interviste ai vescovi delle diocesi italiane sul diaconato permanente e i diaconi delle loro diocesi, pubblicate nella rivista L'Amico del Clero della F.A.C.I. (Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia).
Le interviste sono curate da Michele Bennardo.
Michele Bennardo, diacono permanente della diocesi di Susa, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. È professore di religione cattolica nella scuola pubblica e docente di Didattica delle competenze e di Didattica dell'Insegnamento della Religione Cattolica e Legislazione scolastica all'ISSR della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Sezione parallela di Torino. È autore di numerosi testi e articoli e dal 2005 collabora con L'Amico del Clero.
Ho riportato le varie interviste nel mio sito di testi e documenti.
Nel numero 12 (dicembre 2016) de L'Amico del Clero è pubblicata l'intervista a Mons. Salvatore Pappalardo , Vescovo di Siracusa.
Alla domanda: "Quale cammino formativo (umano, spirituale, teologico, liturgico e pastorale) è attualmente previsto nella sua arcidiocesi per chi diventa diacono?", Mons. Pappalardo ha risposto: «Nella mia diocesi abbiamo da qualche anno attuato un "Itinerario per la formazione al diaconato permanente e per la formazione permanente dei diaconi". Progetto sperimentato già con un gruppo di nuovi diaconi che sto ordinando proprio in questi mesi dopo un cammino di quasi 5 anni. Per la formazione teologica ho costituito una scuola con un collegio di docenti che in questi anni hanno tenuto i corsi specifici per una formazione teologica-liturgica-pastorale legata al ministero diaconale. Sono stato spinto alla realizzazione di una scuola propria per i candidati, pur avendo in diocesi un Istituto Superiore di Scienze Religiose, per dare la possibilità della frequenza alle lezioni frontali che si svolgono tutti i sabati mattina. Gli orari e i tempi dell'Istituto non avrebbero permesso tale itinerario.
Un altro aspetto importante del cammino formativo che si è ben realizzato in diocesi è la "comunità diaconale". Gli aspiranti, sia attraverso gli incontri di formazione teologica, sia attraverso i ritiri mensili, hanno costituito spontaneamente una comunità che adesso si sta ben amalgamando con la esistente comunità diaconale.
Per quanto riguarda la formazione permanente dei diaconi sto proprio in questi giorni lavorando con la commissione diocesana per attuare un cammino annuale in sintonia con il cammino diocesano e specifico al ministero del diacono».
E alla domanda: "Quale tra i classici compiti diaconali (carità, catechesi/ evangelizzazione e liturgia) le sembra necessiti di maggior valorizzazione rispetto a quanto avviene oggi nell'arcidiocesi di Siracusa?", ha risposto: «Ritengo che oggi urge nella Chiesa rendere attuale ciò che papa Francesco insiste nel direi: la nuova evangelizzazione. Ciò di cui abbiamo bisogno, specialmente in questi tempi, sono testimoni credibili che con la vita e anche con la parola rendano visibile il Vangelo. Mi piace dunque vedere questa missione nella vita propria dei diaconi che, non solo nelle comunità cristiane, ma anche nel mondo del lavoro, nella società culturale che vivono giornalmente, possono dare ragione del proprio credo. Forse oggi la Chiesa può giungere a tante povertà e periferie esistenziali anche attraverso coloro che sono icona del Servo».
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