4 Ottobre – San Francesco d'Assisi
Ho letto questo brano di san Francesco: «Facciamo "frutti degni di conversione" e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine, perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto».
Mi è di aiuto a metterlo meglio in pratica questo scritto di Chiara Lubich:
«Ci sono giorni in cui le cose - umanamente parlando - vanno meglio, ci sono dei giorni in cui vanno meno bene. Allora ripeti la dolce esperienza che nella vita presente che ti è data non conta se va bene o meno bene, ma vale come la vivi questa vita, perché in quel come è la carità, che sola dà valore a tutto. Infatti ama Dio chi osserva la sua parola.
Noi, durante il giorno, dobbiamo pensare che in Paradiso non porteremo né le gioie, né i dolori. Anche il dar il corpo alle fiamme, senza la carità, è nulla. Né valgono le opere di apostolato. Anche il saper la lingua degli angeli, senza la carità, non vale.
Né le opere di misericordia. Anche il dar via tutto ai poveri, senza la carità, non vale.
In Paradiso porteremo come abbiamo vissuto tutto questo: se cioè secondo la parola di Dio, che ci dà modo di esprimere la nostra carità.
Perciò, alziamoci ogni giorno felici: sia che tempesti, sia che sorrida il sole; e ricordiamoci che varrà della nostra giornata quanto di parola di Dio avremo nel corso di essa "assimilato". Così facendo, in quel giorno Cristo sarà vissuto in noi ed Egli avrà dato valore alle opere che compiremo, o con il contributo diretto, o con quello della preghiera e della sofferenza. Ed esse, alla fine, ci seguiranno.
Insomma si può ammirare come la parola di Dio, la Verità, ci faccia liberi…, liberi dalle circostanze, liberi da questo corpo di morte, liberi dalle prove dello spirito, liberi dal mondo che attorniandoci vorrebbe scalfire la bellezza e la pienezza del Regno di Dio dentro di noi».
(Chiara Lubich – Scritti Spirituali/2, Città Nuova 1998, p.19)
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