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venerdì 7 dicembre 2012

In cammino… crescendo nell'amore


2a domenica di Avvento (C)

Appunti per l'omelia

«Deponi, o Gerusalemme, le vesti del lutto e dell'afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre» (Bar 5,1). Con immagini scintillanti il profeta Baruc (5,1-9), invita Gerusalemme ad aprire il cuore alla speranza ed alla gioia, perché il popolo sta per ritornare da tutti i luoghi in cui si trova disperso, perché il Signore lo radunerà; anzi, si incarica di «spianare ogni alta montagna, di colmare le valli livellando il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio». È il viaggio di ritorno, nella gioia, verso la patria, che sarà custodito e avvolto dalla presenza operante di Dio, dalla sua "gloria".
Ma la promessa di Dio ha cominciato a compiersi in modo vero e pieno quando Egli «ha visitato e redento il suo popolo» (Lc 1,68) attraverso il Messia Gesù. Per questo i cristiani, liberati da Gesù, sanno di essere loro i destinatari dell'annuncio di Baruc.
Come non riconoscere, allora, negli esuli di Israele che ritornano, la Chiesa quale popolo di Dio in cammino verso la casa del Padre e in Gerusalemme, che vede i figli riuniti dal Signore, la santa madre Chiesa?
Il Signore, lo sappiamo, già opera nella Chiesa e nei singoli credenti; ma è nella logica del suo amore che quanto ci dona fin d'ora raggiunga poi, nel tempo stabilito da Lui, una misura completa e sovrabbondante. Ciò avverrà nel «giorno di Cristo Gesù» (Fil 1,6), cioè nel momento della sua ultima venuta sia al termine della storia sia alla fine della vita per ciascuno, come ci ricorda san Paolo: «Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» (Fil 1,6).
Come possiamo allora capire se la nostra fede è autentica e cresce, se non sperimentando che il Vangelo che annunciamo non è un dono che ci illudiamo di poter "consumare" tra di noi, senza sentire il bisogno e la responsabilità di "diffonderlo"?
Il segreto di questo dinamismo della fede sta nell'amore. «Prego – scrive san Paolo ai cristiani di Filippi (cf Fil 1,9-11) – che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento»; una carità che non può accontentarsi della mediocrità, ma che tende a «distinguere ciò che è meglio» per attuarlo con prontezza. Questa carità ricercata e vissuta prima di qualunque altra cosa ci renderà «integri ed irreprensibili per il giorno di Cristo…, ricolmi di frutti».
È il cammino della conversione, quella conversione che Giovanni Battista propone nel preparare la venuta del Cristo. L'evangelista Luca (cf Lc 3,1-6) inquadra questo avvenimento in una cornice storica ben precisa, sottolineando così che quanto racconta non sono favole, ma una storia reale. Perché in Gesù, Dio si è realmente coinvolto nella storia dell'umanità operandone la salvezza. E Giovanni è il suo profeta, il suo battistrada che prepara il popolo ad accoglierlo.
È la parola di Dio che «venne su Giovanni nel deserto… per ogni uomo», senza escludere nessuno. Nel deserto: dove è più percepibile la ricerca dell'intimità con Dio e più reale l'essenzialità dell'ascolto della sua parola.
La parola di Dio mette in moto Giovanni che «percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati».
Seguire il Battista, accettare il suo battesimo ed essere immersi in quell'acqua, segno esterno di purificazione, comporta anche oggi, come allora, un riconoscere pubblicamente di essere peccatore, bisognoso del perdono di Dio e manifestare così la volontà di disporsi a ricevere tale perdono con una condotta di vita coerente.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,6)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi


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