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venerdì 26 marzo 2010

Amare sino alla fine

28 marzo 2010 – Domenica delle Palme (C)

Parola da vivere

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori (Is 50,6)


Durante la Settimana Santa ci viene data la possibilità di rimanere con Gesù che, per amore, dona a noi tutto di sé, persone e cose.
Il racconto della Passione, fatto da Luca, è carico di inspiegabile, infinito, dolcissimo amore di Gesù per ciascun uomo e donna che hanno sete e bisogno di lui: "Lo schernivano, lo percuotevano, lo bendavano, lo deridevano, lo coronavano di spine, lo inchiodavano in croce".
Gesù, di fronte alla passione, come "Agnello innocente", non ha opposto resistenza. La cattiveria umana non riuscirà mai a precedere la misericordia di Dio.
Per questo, Cristo "fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce", dal Padre è stato glorificato, dice Paolo, e noi siamo stati salvati.
E questi sono i frutti di tanto inspiegabile amore. Il centurione riconosce: "Veramente quest'uomo era figlio di Dio"; il ladrone pentito si sente dire da Gesù: "Oggi sarai con me in paradiso".
Di fronte a un tale amore, anche a noi, in questi giorni e nella nostra vita, è richiesta una risposta generosa e responsabile: ama!


Testimonianza di Parola vissuta


Abito in un piccolo condominio di sette famiglie, amministrato a conduzione familiare da una signora del palazzo stesso. Nonostante ci si conosca tutti, talora si creano situazioni conflittuali. Quando il materassaio del piano terra ha trasferito la sua attività nei negozi sottostanti al palazzo, aveva preso l'abitudine di lasciare il suo furgone parcheggiato di traverso, all'interno dell'angusta area di recinzione antistante al negozio, che è passaggio obbligato per entrare nel palazzo stesso. Ne derivava una continua diatriba sui diritti da lui reclamati sull'area davanti al negozio, sia dall'amministratrice che dai condomini per i disagi conseguenti.
Una sera, tornando a casa, avevo pensato di provare a parlare col negoziante, ma prima che gli potessi dire alcunché, egli si è messo a inveire contro di me perché, involontariamente, la sera precedente avevo parcheggiato la mia auto in modo da ostacolare l'entrata del suo furgone all'interno dell'area recintata (aveva recepito la situazione come una provocazione). Gli ho chiesto sinceramente scusa, assicurandogli che avrei fatto più attenzione in futuro; a quel punto mi ha chiesto cosa ero venuta a dirgli, e allora l'ho pregato, se possibile, di parcheggiare il furgone in posizione più laterale per consentire l'entrata nel palazzo. Qui di nuovo una violenta invettiva, come se fossi andata ad insultarlo intenzionalmente. "E avendoli amati, li amò fino alla fine" dice il vangelo. Mantenendo la calma ho cercato di dirgli che non avevo la minima intenzione di offenderlo, ma solo di chiedergli un favore, una cortesia... Alla fine rendendomi conto che non accettava alcuna ragione, l'ho salutato con la massima gentilezza di cui ero capace.
Il giorno dopo rientrando a casa, al pensiero di incontrarlo attingevo a tutte le mie risorse per mantenere un atteggiamento di disponibilità, di non giudizio. La prima cosa che ho notato era che, essendo già passato l'orario di chiusura, il negozio era già chiuso... Poi la strabiliante visione del furgone ben parcheggiato lateralmente, in modo da consentire il passaggio! Da allora i rapporti si sono rasserenati non solo nei miei confronti, ma anche con gli altri condomini e con l'amministratrice, che alle riunioni di condominio dimostra molta considerazione per la mia opinione sulla soluzione dei vari problemi.

(T.A.)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)

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