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venerdì 12 giugno 2020

Un pane che fa "vivere"


SS. Corpo e Sangue di Cristo (A)
Deuteronomio 8,2-3.14b-16a • Salmo 147 • 1 Corinzi 10,16-17 - Giovanni 6,51-58
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù presenta se stesso come il "pane della vita": l'unico che può saziare pienamente la "fame" di ogni uomo, fame di verità, di vita, di felicità; desiderio di Dio, in definitiva, di cui è impastato il cuore umano. L'unico in grado di comunicargli una vita che supera la barriera della morte; anzi una vita "eterna", la vita che è propria di Dio stesso.
Questo "pane" è anzitutto Gesù nella sua parola, nella rivelazione che offre, tema di tutta la prima parte del discorso di Cafarnao. Chi "mangia" questo "pane vivo", chi lo accoglie nella fede assimilando la sua parola, riceve la vita già ora e «vivrà in eterno» (Gv 6,51).
Poi, Gesù parla di un pane che donerà: «e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). L'Eucaristia è la "carne", la persona di Gesù sacrificata per la vita degli uomini. Si ha qui un chiaro riferimento alle parole eucaristiche di Gesù riportate nei Vangeli sinottici e in Paolo: «Questo è il mio corpo offerto in sacrificio…».
L'evento della morte-risurrezione di Gesù è reso presente e viene donato. E la realtà della Chiesa da qui nasce e rinasce:«Quando il Cristo morì, dal suo costato uscì la Chiesa. Ogni volta che il suo Mistero Pasquale è reso presente, la Chiesa sorge di nuovo più giovane, più forte, più bella, più feconda» (Metodio di Olimpio). Nel nostro testo il termine "carne" richiama l'affermazione centrale del prologo di Giovanni: «Il Verbo si fece carne» (Gv 1,14). L'Eucaristia è il "prolungamento" dell'Incarnazione: il Figlio di Dio, divenuto uomo, morto e risorto, è veramente presente nell'Eucaristia e «continua ad offrirsi all'umanità come sorgente di vita divina» (Giovanni Paolo II). Nell'Eucaristia il credente si nutre del "Verbo fatto carne". L'incontro con Lui attraverso l'accoglienza della sua Parola raggiunge il suo apice nella comunione eucaristica. Per questo, «mangiare la sua carne e bere il suo sangue» (cfr. Gv 6,53), è una "necessità vitale".

«Rimane in me e io in lui» (Gv 6,56): chi si "nutre" di Gesù realizza la più stretta unione personale, potremmo dire "nuziale" con Lui. «Il pane che noi spezziamo non è forse comunione col corpo di Cristo?» (1Cor 10,16; II lettura). Una comunione che, mentre è personale, è anche"ecclesiale". Pur essendo molti e diversi, «siamo un corpo solo», afferma ancora Paolo: «… tutti, infatti, partecipiamo dell'unico pane» (cfr. 1Cor 10,17). Nell'Eucaristia Gesù non si lascia assimilare alla nostra sostanza corporea, al modo di qualsiasi cibo, ma al contrario ci assimila al suo corpo e fa così di noi tutti un unico "corpo". Con molta probabilità l'espressione "corpo di Cristo", per designare la comunità cristiana, Paolo l'ha proprio desunta dal banchetto eucaristico: "mangiando" il corpo di Cristo, siamo ad esso assimilati, «veniamo trasformati in ciò che riceviamo» (Leone Magno). «L'effetto proprio di questo Sacramento è la trasformazione dell'uomo nel Cristo» (Tommaso d'Aquino). «Che cos'è il pane? Il Corpo di Cristo. Che cosa diventano quelli che si comunicano? Il Corpo di Cristo» (Giovanni Crisostomo). L'Eucaristia ci fa Gesù e quindi ci fa uno tra noi. La conseguenza è evidente: non posso ricevere l'uno, il "corpo di Cristo" eucaristico, se non accolgo l'altro, il "corpo di Cristo" che è la Chiesa. E viceversa.
In questo senso possiamo dire che la Messa della domenica non è "obbligatoria", ma "necessaria": obbligatoria, perché necessaria.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 20,22)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
Io sono il pane vivo (Gv 6,51) - (18/06/2017)
(vai al testo)
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo (Gv 6,51) - (22/06/2014)
(vai al testo)
Benché molti, siamo un corpo solo, poiché partecipiamo all'unico pane (1Cor 10,17) - (26/06/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il Pane che ci fa "uno" con Dio (16/06/2017)
  Quel Cibo che ci dà la Vita (20/06/2014)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2020)
  di Cettina Militello (VP 5.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 5.2014)
  di Marinella Perroni (VP 5.2011)
  di Enzo Bianchi

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