II domenica di Pasqua (C)
Appunti per l'omelia
Il brano evangelico che caratterizza la liturgia di questa domenica è quella dell'incontro di Gesù risorto con i discepoli il giorno di Pasqua e otto giorni dopo, con la significativa esperienza di Tommaso, nel quale intravediamo il cammino di tutti coloro che avanzano lentamente verso una fede sempre più matura ed autentica.
Su questo episodio rimando agli Appunti per l'omelia dell'analoga domenica dello scorso anno, "La nostra vita con il Risorto".
Ora vorrei piuttosto soffermarmi sulla prima lettura, tratta dagli Atti (cf At 5,12-16), dove viene descritta la vita della prima comunità di Gerusalemme e l'opera di Pietro, frutto dell'esperienza dell'incontro con il Signore Risorto: «una moltitudine di uomini e di donne» che si aggiungevano alla schiera dei discepoli. «Portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro… e tutti venivano guariti».
Guardando a questo episodio, ripenso alle parole illuminanti che Papa Francesco ha pronunciato all'omelia della Messa del Crisma il 28 marzo scorso, parlando della forza evangelizzatrice che deriva dall'«unzione» di cui sono rivestiti i sacerdoti.
«L'immagine dell'olio che si sparge, che scende dalla barba di Aronne fino all'orlo delle sue vesti sacre, è immagine dell'unzione sacerdotale che per mezzo dell'Unto giunge fino ai confini dell'universo rappresentato nelle vesti».
«Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo… La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l'unzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l'olio di Aronne fino ai bordi della realtà, quando illumina le situazioni limite, "le periferie" dove il popolo fedele è più esposto all'invasione di quanti vogliono saccheggiare la sua fede. La gente ci ringrazia perché sente che abbiamo pregato con le realtà della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze. E quando sente che il profumo dell'Unto, di Cristo, giunge attraverso di noi, è incoraggiata ad affidarci tutto quello che desidera arrivi al Signore».
«Così bisogna uscire a sperimentare la nostra unzione, il suo potere e la sua efficacia redentrice: nelle "periferie" dove c'è sofferenza, c'è sangue versato, c'è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni».
Questa è l'opera che il Signore Risorto compie anche oggi in mezzo a noi!
Opera alla quale è associato non solo il sacerdote, ma, insieme con lui, tutta la comunità cristiana, formante un solo Corpo: è l'opera che ogni credente, in virtù dell'unzione battesimale, esercita, testimoniando l'attualità del vangelo di Gesù nelle "periferie" dell'esistenza del mondo di oggi.
-------------
Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Abbiamo visto il Signore (Gv 20,25)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2013)
• di Claudio Arletti (VP 2010)
• di Enzo Bianchi
Nessun commento:
Posta un commento