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venerdì 3 gennaio 2020

Natale: Dio nell'uomo, essere abitati da Dio


2a domenica dopo Natale (A)
Siràcide 24,1-4.12-16 • Salmo 147 • Efesini 1,3-6.15-18 • Giovanni 1,1-18
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La liturgia di questa seconda domenica dopo il Natale propone lo stesso Vangelo del giorno di Natale: il Natale si conquista lentamente. È lo stesso Vangelo, ma con una differenza: mentre a Natale l'attenzione, e l'emozione, erano rivolte alla discesa di Dio nella carne, nel tempo, nella notte, le letture oggi ci suggeriscono il movimento inverso. Si apre per noi come una finestra del tempo verso l'eterno, verso il cielo. Ora è la carne, la nostra umanità, che è assunta dalla Parola che è Dio, sale verso il cielo, l'uomo verso Dio.

E il Verbo si è fatto carne
Dio ricomincia da Betlemme. C'è un frammento della Parola, di questa Parola che è Dio, in ogni carne, qualcosa di Dio in ogni uomo; santità e luce in ogni vita. E nessuno potrà più dire: qui finisce la terra, qui comincia il cielo, perché ormai terra e cielo si sono abbracciati. Nessuno potrà dire: qui finisce l'uomo, qui comincia Dio, perché creatore e creatura si sono abbracciati e, almeno in quel neonato, uomo e Dio sono una cosa sola. Almeno a Betlemme.

In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini
È una pienezza traboccante di vita e di luce, che è per tutti gli uomini e non è rimasta nascosta, ma si è rivelata e si è comunicata: la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno vinta. Qui si profila il dramma degli uomini che si ostinano a rifiutare la Luce. Ma è prima di tutto la vittoria di Gesù sul male e sulla morte. Non si può soffocare la Luce, che è Lui, né impedire che molti si aprano a tale Luce.

A quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio
Cristo nasce perché io nasca, perché nasca nuovo e diverso. La sua nascita vuole la mia nascita. Gesù non è venuto a portare un elenco di verità, ma vita da vivere; non ci ha comunicato una teoria religiosa, ma una forza di vita.
"Ha dato il potere di diventare figli di Dio", afferma l'evangelista Giovanni, non la semplice opportunità o l'occasione di diventare figli di Dio, ma il potere, la forza, l'energia, la vitalità per varcare la soglia della vita di Dio. Cristo è in questa nostra carne, nei nostri dubbi, nei nostri abbandoni, in questa fatica di credere, in questa gioia di credere. È in noi per dirci: amo la tua solitudine, il tuo cercare, amo le tue lacrime, anche la tua debolezza. Non c'è nulla della tua vita che mi lasci indifferente. Tu mi interessi, con la storia del tuo cuore, con la storia della tua casa. Voglio essere in te come luce e come sole, come strada e come pane, come roccia e come nido.

A quanti l'hanno accolto: Dio non si merita, si accoglie. L'uomo diventa ciò che accoglie in sé, ciò che lo abita. La Vita vera è essere abitati da Dio. Ecco la profondità ultima del Natale: Dio nell'uomo, essere abitati da Dio.
E il Verbo si fece carne: da una parte il Verbo, Dio, dall'altra la carne, l'uomo debole, fragile e mortale: solo l'amore li ha congiunti.
E venne ad abitare in mezzo a noi: "piantò la sua tenda", si fece uno dei miliardi di uomini, ma soprattutto la sua umanità - come la "tenda" nel deserto - è il luogo della dimora di Dio tra gli uomini. Ormai Dio si rende incontrabile in quest'uomo, che è Dio stesso divenuto uomo. In Lui i credenti possono riconoscere la gloria, la sua realtà di Figlio di Dio, pieno del "dono della verità", che è la rivelazione di Dio Amore, di Dio che è Padre. Per questo dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto.

Si realizza così e si rende comprensibile il disegno di Dio su ciascuno di noi, come scrive san Paolo «In Lui, nel Verbo, nel Figlio, il Padre ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per Lui, per Dio Padre, figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato» (cf. Ef 1,4-6).

Nel Vangelo abbiamo la fortuna di ricevere questa rivelazione, dimostrando sempre più la nostra realtà di figli come Gesù e in Gesù. Poterla interiorizzare, avendone una comprensione sempre più profonda, è il dono immenso che imploriamo dal Padre per noi e per gli altri.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)
(vai al testo)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Il Figlio unigenito: è lui che ha rivelato Dio (cf Gv 1,18) – (03/01/2016)
(vai al testo)
 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16) – (04/01/2015)
(vai al testo)
 Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) – (05/01/2014)
(vai al testo)
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (03/01/2010)
(vai al post "La luce che viene dall'alto")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
La profondità ultima del Natale: Dio nell'uomo (2/01/2016)
Figli come Gesù e in Gesù (2/01/2015)
Figli della Luce, generati dalla Parola (3/01/2014)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
 di Luigi Vari (VP 11.2015)
 di Luigi Vari (VP 1.2015)
 di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013)
 di Marinella Perroni (VP 11.2010)
 di Claudio Arletti (VP 11.2009)
 di Claudio Arletti (VP 11.2008)

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